“Oggi la vita consacrata non può lasciarsi scoraggiare dalla mancanza di vocazioni o dall’invecchiamento. Questa sarebbe una tentazione”. Lo ha detto il Papa, che ricevendo in udienza la Comunità dell’Istituto di Teologia della Vita Consacrata “Claretianum”, in occasione del 50° di fondazione, ha affermato che “quelli che si lasciano prendere dal pessimismo mettono da parte la fede”. “C’è chi si concentra troppo sull’esterno – le strutture, le attività – e perde di vista la sovrabbondanza di grazia che c’è nelle persone e nelle comunità”, il monito di Francesco, che ha commentato a braccio: “Questo non è cristiano: il Signore non farà mancare la sua vicinanza al popolo”. Tra le sfide del nostro tempo che i religiosi sono chiamati ad affrontare, Francesco ha citato quella di “promuovere l’incontro tra le diverse generazioni nella vita consacrata, nella Chiesa e nella società”. “Non dimenticate l’incontro tra le diverse generazioni”, ha proseguito a braccio: “i giovani devono parlare, e i vecchi hanno bisogno dei giovani. Con questo dialogo i vecchi sogneranno e i giovani faranno profezie”. “Per favore, non lasciar morire i vecchi senza sognare!”, l’appello a braccio, unito alla pratica in voga anche tra i religiosi di mandare i religiosi anziani in una “casa per i vecchi”. “Questo è criminale”, la denuncia a braccio: “i vecchi devono morire sognando, e coloro che li fanno sognare sono i giovani, che devono prendere il posto dei vecchi”.