La presenza dei presepi e altre immagini religiose in luoghi pubblici, in prossimità del Natale, suscita dibattito in Messico e provoca l’intervento deciso della Conferenza episcopale messicana. Nei giorni scorsi si è saputo di una sentenza che sarà votata in Prima Camera della Corte suprema di giustizia della Nazione, nei prossimi giorni, in relazione al collocamento di una natività in uno spazio pubblico a Chocholá, nello Stato di Yucatán. La denuncia risale al Natale 2020, ma il pronunciamento avrà un’importanza di carattere nazionale.
Per questo, la Conferenza episcopale messicana (Cem), nel comunicato diffuso ieri, ricorda che “il diritto alla libertà religiosa presuppone un vero Stato laico che permetta la libertà di credere o non credere”, e che “la pluralità in questa materia è alla base dello Stato laico, riconosciuto in diversi articoli della nostra Costituzione politica”. Nel ricordare la complessa storia della libertà religiosa in Messico, la nota fa presenti i progressi fatti nei rapporti tra Stato Messicano e Chiesa, nell’ambito della laicità dello Stato e alla luce dei pronunciamenti degli ultimi Papi.
“Pretendere di imporre una società senza referenti religiosi è, implicitamente, volere un solo stile di vita, non religioso, cioè dove prevale la negazione delle credenze religiose. Questo modello discrimina gli esseri umani che hanno opzioni religiose ed è contrario allo Stato laico. È assurdo cercare di eliminare ogni manifestazione pubblica della vita religiosa”. Concludono i vescovi: “Chiediamo ai nostri ministri della Corte suprema di valutare questi punti e pensare alle terribili contraddizioni che si genererebbero votando positivamente su un tema di questo tipo”.