“Questa ammissione del cardinale Ricard è stata accolta ieri da noi vescovi come uno choc”. Così, mons. Eric de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims e presidente della Conferenza episcopale di Francia, ha commentato il nuovo caso di abuso su minori che dopo “l’affaire Santier” coinvolge un altro membro dell’episcopato francese. “Potete immaginare la stima che avevamo per il cardinale tanto da eleggerlo per due volte nostro presidente”, dice mons. Moulins-Beaufort in una conferenza stampa convocata oggi a Lourdes, ricordando anche che il card. Ricard è stato vescovo a Grenoble, Montpellier e Bordeaux. “Possiamo immaginare lo stupore delle diocesi e di tutti i cattolici di Francia. Devo precisare che il fatto di cui si parla, anche se accaduto molti anni fa, è stato oggetto di una denuncia al pm, poiché la giovane era minorenne all’epoca dei fatti, e di una denuncia al Dicastero per la Dottrina della fede”. Il presidente dei vescovi francesi fa quindi sapere che ad oggi in Francia sono sei i casi di vescovi che sono stati coinvolti davanti alla giustizia ordinaria o davanti alla giustizia canonica, ai quali ora si aggiungono i casi di mons. Santier e mons. Ricard. Altri due vescovi, non più in carica, sono oggi oggetto di indagine da parte della giustizia dopo le segnalazioni di un vescovo e una procedura canonica; un terzo è oggetto di una segnalazione alla Procura alla quale finora non è stata data risposta e ha ricevuto dalla Santa Sede misure restrittive nel suo ministero. In occasione di questa Assemblea, la Presidenza e il Consiglio permanente hanno potuto verificare con i funzionari interessati lo stato delle procedure e la situazione concreta di ciascuno di questi vescovi. “Non spetta a me dire di più”, conclude mons. Moulins-Beaufort. “Non so molto di più sul cardinale Ricard rispetto a quello che lui stesso ha scelto di dire e rendere pubblico”. E aggiunge: “Se la Chiesa è composta da peccatori, deve fare in modo che questi peccatori non utilizzino il loro status ecclesiale per fare del male e in particolare per colpire persone fragili o vulnerabili o rese vulnerabili”.