Ieri si è svolta presso la parrocchia dei Santi Antonio e Annibale di Roma la presentazione del libro “Non tutti sanno. La voce dei detenuti di Rebibbia”, scritto da suor Emma Zordan. Il volume tratta della difficile situazione all’interno delle carceri e del percorso di redenzione di alcuni detenuti.
Nell’introduzione il parroco, padre Pasquale Albisinni, ha sottolineato come, per il cammino della comunità, l’incontro sia stato propedeutico alla Giornata mondiale dei poveri. Il parroco ha inoltre voluto che questo appuntamento costituisse l’incontro mensile delle famiglie, proprio per aprire gli occhi su una realtà da pochi conosciuta.
Emilio Monti, ex detenuto, ha offerto la sua testimonianza: il tempo in carcere lo ha profondamente cambiato perché ha compreso in maniera più profonda l’importanza di alcune cose, come la famiglia. È intervenuta anche la madre condividendo le sue sofferenze. Emilio ha parlato dei pregiudizi all’esterno e della difficoltà di reinserimento sociale, ma anche della grande umanità all’interno del carcere, trovata molto più che all’esterno.
Anche le Istituzioni si sono rese presenti tramite la figura del garante per i diritti dei detenuti per la città di Roma Gabriella Stramaccioni, la quale ha ribadito che l’art. 27 della Costituzione stabilisce che il fine specifico della pena è la rieducazione, Parlando dell’importanza delle pene alternative, ha raccontato l’esperienza molto positiva realizzata in collaborazione con il Servizio Giardini di Roma Capitale, che ha permesso a 130 detenuti di poter ottenere il tesserino da giardiniere e trovare lavoro dopo la reclusione.
A sorpresa è intervenuto anche Stefano Ricca, per 18 anni direttore del carcere di Rebibbia, il quale ha raccontato alcuni aneddoti ed episodi di questi anni, in particolare ha sottolineato lo stupore provato da un detenuto, che non era mai stato in un museo, quando si è trovato dinanzi le opere d’arte ammirate nei Musei Capitolini.
Suor Emma, autrice del libro, ha raccontato di come abbia superato con piccoli gesti il disagio provato all’inizio di questa esperienza nelle carceri. Ha chiesto ai detenuti di mettere nero su bianco le loro testimonianze, alcune di esse sono riportate nel suo libro.