Il “cammino sinodale che la Chiesa universale e italiana ci invita a vivere (…) vuole indirizzare la nostra Chiesa verso un atteggiamento di maggiore ascolto e più intensa partecipazione, al suo interno e verso l’esterno. Mentre ricordiamo come questo luogo sia stato dedicato a Dio, prendiamo coscienza che questa conversione della Chiesa a un sentire più comunionale e più missionario ha la sua radice in una dedicazione più profonda di noi stessi a Dio e al suo Spirito”. Lo ha affermato ieri il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, celebrando in Santa Maria del Fiore la solennità della dedicazione della cattedrale durante la quale ha ordinato sei nuovi diaconi in occasione della Giornata diocesana per il Seminario.
“Ciò che fa di questo edificio un luogo dell’incontro con Dio – ha osservato il porporato nell’omelia – è che esso ospita una Chiesa, il corpo di Cristo che siamo noi, quello sacramentale e quello mistico, ma a sua volta questa Chiesa sente il bisogno di mostrare nei segni il suo essere luogo della presenza di Dio nel mondo”. Rivolgendosi poi agli ordinandi il card. Betori ha sottolineato che “il ministero che vi viene conferito, cari Bernardo, Filippo, Francesco, Giovanni, Shalo e Vincenzo, vi inserisce nel mistero stesso di Cristo, Servo del Signore, venuto a comunicare agli uomini il dono della salvezza, e nel contempo vi destina a mettervi al servizio di tutti come promotori della carità nel popolo di Dio. Da una parte legati a Cristo, dall’altra consegnati ai fratelli e alle sorelle, dovrete vivere in voi questa duplice appartenenza alla trascendenza divina e all’immanenza umana, senza tradire nessuna delle due e facendone sintesi in voi, con una vita in cui il dialogo con Dio dovrà intrecciarsi con l’ascolto dell’umanità”. “Abbiamo bisogno di un ritorno sempre più coerente a Cristo e a lasciarci guidare da lui in un esercizio perfetto del dono di noi stessi a tutti”, ha ammonito l’arcivescovo, augurando ai nuovi diaconi che “sia la vostra vita trasparenza di Dio, rivelazione della sua trascendenza e del suo amore che si fa storia”.