Stamattina a Venezia sono stati ordinati quattro diaconi, in vista della successiva ordinazione presbiterale. Si tratta di due seminaristi del Patriarcato di Venezia e di due frati dell’ordine dei Francescani Cappuccini. Sono don Matteo Gabrieli, don Lorenzo Manzoni, alunni del Seminario patriarcale di Venezia, fr. Fabio Burla e fr. Luca Savoldelli dei Frati Minori Cappuccini. La celebrazione si è svolta nella basilica cattedrale di San Marco in Venezia. Nella sua omelia il patriarca Francesco Moraglia ha esortato i candidati a meditare sul ministero che stavano ricevendo: “Carissimi oggi voi entrate in un ‘servizio’ che unisce la carità dell’altare alla carità materiale. Per un diacono è necessaria la pratica di tutte le opere di misericordia: le sette opere ‘spirituali’ (consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti) e le sette opere ‘materiali’ (dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti). Tali opere si richiamano l’un l’altra e, quindi, il prendersi cura dell’uomo concreto e della comunità a cui si è inviati per un diacono vuol dire testimoniare la carità di Cristo, la Divina Misericordia, a 360 gradi”. Il diaconato è uno dei “gradi” del sacramento dell’ordine (gli altri sono il presbiterato e l’episcopato); ai diaconi, spiega il Catechismo della Chiesa cattolica, sono imposte le mani dal vescovo “non per il sacerdozio, ma per il servizio”.