“Tra la gente di questo nostro tempo si è diffusa la persuasione che il futuro sia più da temere che da desiderare. (…) Ma lo Spirito di Dio continua a offrire i suoi doni, e anche se talora i contesti ecclesiali si presentano stanchi, un po’ rassegnati, un po’ scettici, Dio continua a chiamare gli uomini e le donne di questo tempo a edificare il corpo di Cristo”: lo ha detto ieri l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, riflettendo sulla figura di San Carlo Borromeo e sulle letture del giorno, nell’omelia della celebrazione eucaristica in duomo, per la solennità del compatrono della diocesi di Milano. Come nei tempi difficili di san Carlo, anche oggi, ha proseguito mons. Delpini, tanti uomini e donne “non si sottraggono alle sfide e alle provocazioni e insegnano e danno testimonianza che non è obbligatorio rassegnarsi all’incompiuto, non è un destino inevitabile la disperazione. C’è invece per tutti la vocazione alla pienezza di Cristo”. E parlando di sé, ha aggiunto: “Per questo tempo, forse un’epoca nuova della storia della Chiesa, è stato scelto un vescovo che non ha certo la tempra di san Carlo. Forse è stato scelto perché non sia una specie di protagonista solitario, è stato scelto perché l’edificazione del corpo di Cristo sia un cammino sinodale”. A conclusione dell’Eucaristia, l’arcivescovo ha anche voluto raccontare brevemente dell’udienza privata che lunedì scorso, 31 ottobre, gli è stata concessa da Papa Francesco: “Dopo cinque anni di episcopato ho chiesto al Santo Padre di scambiare con lui qualche parola. Papa Francesco mi ha benevolmente ricevuto e voglio portarvi i suoi saluti e la sua benedizione. Mi ha detto che è molto ben impressionato dai gruppi di Milano che incontra, ad esempio i candidati al sacerdozio o i preti che festeggiano i 25 o i 50 anni di messa. Mi ha detto su di loro parole di apprezzamento e credo che questo sia un segno di vicinanza e di amicizia che ci fa bene. Inoltre, il Santo Padre mi ha raccomandato di avere una particolare cura per i giovani e per le vocazioni, una raccomandazione che volentieri faccio mia e che chiedo a tutti di mettere tra le priorità del nostro impegno come Chiesa di Milano”.