Albania: mons. Massafra (presidente vescovi), “intere famiglie preferiscono emigrare”. “Si ponga un argine al fenomeno che si presenta anche in forme illegali”

Rispetto al “doloroso problema del nuovo fenomeno migratorio che sta interessando in maniera drammatica la nostra terra” di Albania, “considerando la gravità della situazione, abbiamo deciso di non tacere, levando con forza la nostra voce perché sia ascoltata dagli organi dello Stato competenti e si ponga un argine al fenomeno che, in alcuni casi, si presenta anche in forme illegali e i cui risvolti possono rivelarsi tragici se si pensa che dietro ogni persona che emigra si può nascondere il fantasma del traffico di esseri umani o gruppi criminali in cerca di manodopera all’estero”. Lo dichiara mons. Angelo Massafra, arcivescovo di Scutari-Pult e presidente della Conferenza episcopale di Albania, anche a seguito di quanto emerso tra i vescovi cattolici del Paese nella riunione ordinaria della Conferenza episcopale, tenutasi a Tirana il 25 e 26 ottobre scorsi.
“È sotto gli occhi di tutti – e noi ne abbiamo conferma dal lavoro pastorale dei sacerdoti e delle suore, ma anche dall’ascolto drammatico delle voci dei nostri fedeli – di come intere famiglie preferiscono emigrare per paura del presente e l’incertezza del futuro da garantire ai propri figli, avendo perso ogni speranza di vivere nella propria patria”, denuncia mons. Massafra: “Così – osserva – abbiamo lo svuotamento di intere strutture scolastiche delle zone rurali (e ciò significa un futuro senza giovani) e la mancanza di quelle che oggi potrebbero essere considerate le forze più utili allo sviluppo sociale del paese, come personale sanitario, scolastico e diverse professionalità”.
I vescovi cattolici si rivolgono “anzitutto alle forze politiche del Paese perché questo problema venga trattato come assolutamente prioritario, mentre poniamo queste domande: il posto lasciato vuoto dagli albanesi che emigrano di chi sarà? A chi stiamo consegnando questa terra? Quale progettualità c’è per il futuro del Paese? E le ricchezze di questa terra in mano di chi saranno?”. “Se siamo una democrazia, non bisogna aver paura di rispondere con coraggio a questi interrogativi legittimi della nostra gente”, prosegue il presidente dei vescovi, secondo cui “è evidente la necessità di ricorrere a politiche adeguate con il coordinamento di tutte le forze sociali del Paese per un dialogo che porti a delle soluzioni appropriate”. “Dal canto nostro – assicura –, come Chiesa cattolica, ci rendiamo pienamente disponibili a questo dialogo come interlocutori degli organismi statali preposti; come anche siamo pronti a fornire suggerimenti e progettualità atte allo scopo”.
I vescovi esortano anche “tutti gli albanesi ad un serio esame di coscienza che faccia prendere atto di come le sorti ed il futuro dell’Albania è nel cuore, nella mente e nelle mani di ciascuno. Siamo tutti ugualmente responsabili, ciascuno per la propria parte, dell’andamento positivo o negativo della nostra vita sociale in Albania”, rileva mons. Massafra: “Nessuno può delegare il proprio futuro al sistema politico, né a miraggi di una vita migliore altrove”.

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