Parallelamente al corso promosso dal Consiglio episcopale latinoamericano e al lancio nazionale in Colombia dell’iniziativa continentale “Centralità dell’infanzia”, che si è svolta nella sede della Conferenza episcopale colombiana, varie organizzazioni sociali colombiane e ong, anche italiane, hanno diffuso una lettera aperta al Comitato delle Nazioni Unite per i diritti del bambino di Ginevra e alla relatrice per l’infanzia della Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh), Esmeralda Troitiño.
“Dopo 100 giorni dell’insediamento del nuovo presidente progressista Gustavo Petro – spiega l’esperto di diritti umani Cristiano Morsolin -, non si può dire che si siano abbandonate le contraddizioni del precedente quadriennio rispetto alla criminalizzazione della povertà infantile e alla mancanza di incisione profonda nelle cause strutturali delle diseguaglianze e esclusioni che provocano fame, violenza, violazioni sistematiche dei diritti dei bambini e bambine, sia colombiani che migranti venezuelani. Possiamo anche ricordare i 3mila bambini morti per sete e fame nella regione arida della Guajira nel corso degli anni”. Tra i firmatari della lettera ci sono voci della società civile di Bogotá, Scuola Viaggiante, Creciendo Unidos, Istituto di pace dell’Università Santo Tomas di Bogotá (Ipazde), Osservatorio sulla realtà sociale dell’arcidiocesi di Cali, ong italiane come Osservatorio Selvas, Cipsi, Millenia. La lettera segnala alcuni progressi rispetto alla situazione dei minori, per esempio la chiara volontà dell’esercito di non procedere a bombardamenti in accampamenti di gruppi armati nei quali siano presenti minori; ma denuncia anche le situazioni di violenza e criminalizzazione che si vivono in molte zone del Paese, rispetto alle quali è necessario un più deciso cambio di rotta.