“La situazione non è prevedibile perché ogni lunedì vengono bombardate le strutture di rete e diffusione elettrica. Qui a Kiev per esempio, nella parte dove mi trovo adesso, questa mattina, dalle 9 alle 13, per 4 ore non abbiamo avuto elettricità, e forse non ci sarà neanche questa sera”. È la testimonianza in diretta da Kiev di don Vyacheslav Grynevych, direttore della Caritas Spes Ucraina. Che subito però aggiunge: “Speriamo solo che la situazione non degeneri ancora di più. Comunque, anche parlando con gli altri operatori, posso dire che queste situazioni non ci fermeranno. Sono solo problemi a cui tutti insieme possiamo trovare una soluzione. Noi siamo il popolo della guerra e sappiamo come uscire dalle emergenze”. La Caritas sta quindi cercando di attrezzare i centri locali con generatori di elettricità. “Non è comunque semplice, anche perché in queste condizioni, molti nostri uffici si sono trasferiti nelle case private. È importante garantire la continuità di lavoro. Stiamo anche attrezzando di generatori i centri che accolgono i rifugiati prevendendo anche che aumenteranno di numero, con l’arrivo dell’inverno”. Quello che più preoccupa la Caritas è che non salta solo l’elettricità ma anche Internet e la connessione delle reti mobili. “Abbiamo pensato di trasferire l’ufficio in un altro luogo ma la situazione è la stessa in tutta l’Ucraina. Per questo ci dobbiamo organizzare”. “Se non c’è elettricità, si aspetta e si va avanti con i power bank ma se salta internet è un problema”, racconta don Grynevych. Internet è vitale per il lavoro Caritas: “Ci consente di rimanere in contatto con tutti i nostri referenti diffusi in più di 35 centri su tutto il territorio nazionale. Soprattutto durante i bombardamenti, dobbiamo essere sicuri che tutti si trovano in un luogo sicuro e protetto e stanno bene. Internet ci consente questa comunicazione di rete. Tutto il nostro lavoro è strettamente collegato alla rete internet. Tutti i nostri incontri con le Caritas Europa e Internationalis viaggiano sulla rete”.
Riguardo al “piano inverno”, il direttore di Caritas Spes spiega l’importanza di ristrutturare – laddove è possibile – le case bombardate che hanno le porte, le finestre e anche il tetto distrutti, consentendo così alle persone di rimanere nelle loro abitazioni, soprattutto in preparazione dell’inverno”. Un lavoro che si sta portando avanti soprattutto nelle regioni di Kiev, Chernihiv e Kharkiv. Caritas sta lavorando in stretto contatto anche con il governo locale che sta già attrezzando luoghi in cui le persone possono andare e riscaldarsi. Insomma, nonostante le difficoltà, “continuiamo il nostro lavoro”, dice il direttore Caritas Spes. “Grazie a Dio abbiamo i nostri partner che ci sostengono e ci aiutano in questo lavoro. La situazione evolve molto rapidamente e ogni giorno. Quello che ci preme è assicurare la sicurezza dei nostri operatori e continuare a lavorare per aiutare le persone in difficoltà”.
Secondo il Report di ottobre 2022 stilato da Caritas Spes, sono 7,68 milioni le persone rifugiate e 2,2 milioni i bambini costretti a lasciare la loro casa. Gli sfollati interni in Ucraina sono invece 6,24 milioni. Al 23 ottobre 2022, i feriti a causa della guerra erano 16.150 mentre le persone bisognose di assistenza umanitaria 17,7 milioni. Caritas Spes Ucraina, insieme ai partner, copre attualmente 23 regioni dell’Ucraina, con più di 15.000 insediamenti, anche nelle zone di fronte, in prima linea. In quei 249 giorni di guerra, Caritas Spes ha raccolto 7.184.264,83 euro. Dall’inizio del conflitto ha erogato 256.163 servizi di alloggio per garantire un riparo sicuro (a breve e a lungo termine) agli sfollati di guerra. Il numero totale di carichi umanitari ricevuti (in tonnellate) fino ad oggi (ottobre 2022) è di 4.893 mentre il numero totale di aiuti umanitari ricevuti (in veicoli) fino ad oggi è di 437.