“Se durasse ancora 50 anni, Facebook avrebbe più profili di morti che di vivi… Per lasciare un buon ricordo occorre preoccuparsi oggi delle innumerevoli tracce che lasciamo sul web. Qualcosa si muove, ma dipende soprattutto da noi”. A partire da questa consapevolezza “Il Segno” – mensile della diocesi di Milano – di novembre affronta un tema ancora poco noto, ma che presto potrebbe creare problemi a tanti futuri eredi (“Cimiteri digitali” il titolo di copertina). Secondo i dati di eLegacy, dopo la morte il 27,5% dei titolari di profili social vuole rimanere online, il 24% non lo desidera, il 17,6% non è sicuro e per il 30,9% è indifferente. Il tema è inquadrato da Gigio Rancilio, mentre Laura Badaracchi entra nel dettaglio con il filosofo Davide Sisto, esperto e autore di tre volumi.
“La questione è delicata – spiega la redazione – con risvolti anche legali e di privacy, perché se non si decide per tempo cosa fare dei propri profili social, lasciando indicazioni precise nel testamento, gli eredi non potranno accedere al ricco patrimonio di foto, video, pensieri, senza parlare di artisti che hanno realizzato opere, testi, quadri, musiche”. Una soluzione ventilata è creare un “contatto erede”, cioè una persona che gestirà in futuro l’account se diventerà commemorativo. Chi però vorrà far chiudere il proprio profilo dovrà dichiararlo su carta.
Il mensile della diocesi ambrosiana dedica poi ampio spazio all’inchiesta sulla crisi energetica e sulle possibili soluzioni, non in generale, ma occupandosi di quanto è già in atto nelle chiese, locali parrocchiali, spazi Caritas, palestre, Sale della comunità, scuole paritarie, realtà sociali e del non profit. “La sfida è quella di unirsi e trovare gestori affidabili – per i prezzi e le forniture – di energia e gas, perché non bastano i comportamenti virtuosi per un risparmio significativo”.