Riconoscimenti: Agrigento, consegnato ieri il Premio internazionale “Empedocle” in memoria di Paolo Borsellino

(Foto: Accademia di Studi mediterranei)

“Il valore della pace, l’importanza del fare ciascuno il proprio dovere per garantire una società in cui prevalgano legalità, rispetto e giustizia” e ancora “l’importanza di trasmettere questi valori alle generazioni più giovani” e di farli essere oggetto di “una comunicazione efficace in grado di mostrare alla società la loro essenzialità, ripuliti dai luoghi comuni”. Per l’Accademia di Studi mediterranei che ha sede ad Agrigento, sono questi gli spunti più interessanti emersi durante le tre “lectio magistralis” tenute dal card. Luis Antonio Gokim Tagle, dal giornalista e scrittore Marco Roncalli, pronipote del Papa Giovanni XXIII, e dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla in occasione della consegna del Premio internazionale “Empedocle” per le Scienze umane in memoria di Paolo Borsellino. La ventottesima edizione si è svolta ieri pomeriggio nella sala di Zeus del Museo archeologico “Pietro Griffo”. Alle personalità premiate va aggiunto anche l’ambasciatore del Regno del Marocco presso la Santa Sede, Rajae Naji, assente per motivi di salute.
I premi sono stati conferiti a Marco Roncalli per la sezione “Fede e comunicazione”, a Roberto Lagalla per la sezione “Paolo Borsellino, Giustizia e legalità” e al card. Tagle per la sezione “Dialogo tra i popoli e fratelli tutti”, per quella “unione della mente e del cuore” che, per Assunta Gallo Afflitto, presidente onoraria dell’Accademia, “spiega la sua qualità pastorale”, frutto del suo “vissuto accanto ai poveri” e in “fervido ascolto degli emarginati, degli indifesi, delle vittime dell’ingiustizia che vede nella povertà la colpa”. In occasione della premiazione del card. Tagle, la presidente ha evidenziato “il grande impegno profuso nella pastorale delle famiglie e dei migranti”, tanto caro anche alla terra di Agrigento, avamposto dell’accoglienza: il movimento delle genti porta tradizioni, fedi, credenze, idee, culture ‘altre’ – ha detto Gallo Afflitto – e va affrontato come occasione di relazioni che arricchiscono e soprattutto di dialogo, via alla riconciliazione tra i popoli e alla pace. Vede una umanità in cui domina l’ansia di ricerca del bene individuale e che erige muri protettivi contro il mondo. Muri che impediscono di affrontare insieme i grandi temi universali della fame, della povertà, della pace, della custodia del creato. La strada per combattere la paura, per proporre la parola di Dio nel mondo e promuovere la ‘resurrezione’ dell’essere umano, è di avere davanti a sé la fragilità di ognuno e impegnarsi a raccontare le storie di esseri umani concreti”.

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