Convocare una sorta di “Consiglio di Stato”, un gruppo di consultazione allargato alla società civile, per “mettersi d’accordo e aiutarci tutti a riconsiderare, a rafforzare e solidificare il nostro Stato, che è uno Stato che è stato raggiunto con sangue, sudore e lacrime”. È la proposta evidenziata ieri dall’arcivescovo di Lima, mons. Carlos Castillo, alla luce della recente missione d’alto livello dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa), che nella sua visita a Lima ha ascoltato i principali attori istituzionali e sociali del Paese (compresa la Chiesa), raccomandando, alla fine, la ripresa del dialogo tra le istituzioni, per superare l’attuale momento di paralisi e conflitto. La delegazione sta ora preparando un dettagliato report che sarà poi affidato alla dirigenza dell’Osa.
Mons. Castillo ha apprezzato gli sforzi della Missione Osa in Perù, e ha ha ribadito che occorre “rinunciare ai nostri interessi e trovare il modo di risolvere i problemi, dato che per questo le autorità, tutte, sono state elette”. Ha poi proseguito: “Siamo fortemente chiamati, fratelli, ad unirci in iniziative che permettano, nel cuore della nostra Patria, di obbedire a Dio. E obbedire a Dio significa obbedire alla volontà del bene comune e al benessere di tutti i peruviani. E, per questo, bisogna rinunciare definitivamente alle proprie ambizioni per vedere il bene di tutti. Il Figlio dell’uomo è stato così, ha deciso di non scendere dalla Croce per impiantare nella nostra storia una speranza di amore solidale con tutti, perdonando tutti e aiutando tutti noi a ripensarci”. Nella prima domenica di Avvento l’arcidiocesi, in coerenza con queste parole, ha voluto mettere in evidenza segni di condivisione con le periferie della metropoli, tra cui il pranzo condiviso ogni settimana con i poveri della periferia nella chiesa di San Lazzaro, a Rímac, dalla Comunità di Sant’Egidio del Perù.