“Purtroppo, le donne molto spesso non solamente si trovano sole ad affrontare certe situazioni di violenza, ma poi, quando il caso viene denunciato, non ottengono giustizia, oppure i tempi della giustizia sono troppo lunghi”. A denunciarlo è stato il Papa, ricevendo oggi in udienza i membri della Direzione centrale anticrimine. “Su questo bisogna vigilare e migliorare, senza cadere nel giustizialismo”, l’appello di Francesco: “Lo Stato deve garantire che il caso sia accompagnato in ogni fase e che la vittima possa ottenere al più presto giustizia. Come pure bisogna che le donne siano ‘messe in salvo’, cioè occorre fare in modo che esse siano al sicuro dalle minacce attuali e anche dalle recidive, che purtroppo sono frequenti anche dopo un’eventuale pena”. “Unirsi per combattere insieme ogni forma di violenza contro le donne”, l’imperativo da raccogliere: secondo il Papa, “per vincere questa battaglia non basta un corpo specializzato, per quanto efficiente; non bastano l’opera di contrasto e le necessarie azioni repressive. Bisogna unirsi, collaborare, fare rete: e non solo una rete difensiva, ma soprattutto una rete preventiva! Questo è sempre decisivo quando si cerca di eliminare una piaga sociale che è legata anche ad atteggiamenti culturali, a mentalità e pregiudizi radicati”.