Festival Dottrina sociale: Rosina (Un. Cattolica), “o nei prossimi 15 anni l’inversione di tendenza sulla natalità o nel 2050 lo scenario sarà insostenibile”

(Foto: Valentina Zamboni)

(da Verona) “O nei prossimi 15 anni l’inversione di tendenza sarà realizzata portando le nascite sopra le 500mila e consentendo di gestire gli squilibri oppure sarà sempre più difficile invertire la tendenza. Nel giro di 2-3 anni riusciremo a capire se i prossini 15 anni saranno tali da avere un crollo della popolazione attiva per arrivare al 2050 con uno scenario del tutto insostenibile. In questa situazione, i pochi giovani che avremo se ne andranno all’estero scappando da un Paese che oltre al debito pubblico li carica di squilibri demografici con ricadute su Pil, welfare, sistema sanitario”. Lo ha affermato Alessandro Rosina, demografo dell’Università Cattolica di Milano, durante il panel “Natalità, la nuova questione sociale” svoltosi stamattina nell’ambito della terza giornata della XII edizione del Festival della Dottrina sociale in corso al Palaexpo Verona Fiere sul tema “Costruire la fiducia – La passione dell’incontro”.
“Perché disperdiamo l’energia positiva e la vitalità che possono esprimere giovani e famiglie molto più di altri Paesi? Perché non la valorizziamo?”, è l’interrogativo da cui è partito il demografo, convinto che rispetto ad altri Paesi “stiamo producendo politiche carenti e inadeguate e questo lo paghiamo in termine di rinunce individuali da parte dei giovani, famiglie e donne che diventano squilibri collettivi demografici che penalizzano tutta la società e l’economia rendendo il Paese più fragile per il futuro”. È un Paese intelligente che non mette in campo politiche?”, l’interrogativo posto da Rosina, secondo cui in Italia “si fa molta retorica attorno alla famiglia per poi abbandonarla a se stessa, se mai la si utilizza per una contrapposizione ideologica che non aiuta a trovare una base comune per politiche condivise che hanno bisogno di un orizzonte generazionale”. “Un figlio – ha evidenziato – è l’investimento del presente maggiormente impegnativo nei confronti del futuro, non bastano bonus”.

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