All’inizio del XX secolo aveva rischiato di essere demolita, ma oggi la Chiesa di Viștea, in Romania, è diventata una miniera d’oro per archeologi, storici, restauratori. L’ultima scoperta è considerata dagli esperti “una pietra miliare nella storia dell’arte”. Un gruppo di ricercatori romeni e ungheresi, dopo un’indagine dendrocronologica, sono riusciti a datare il legno della struttura del soffitto e del tetto della vecchia chiesa, stabilendo che risale al 1320-1330. Questo permette anche la datazione delle pitture murali, eseguite su un intonaco uguale a quello che si trova sul muro nel quale è fissata la trave principale, tagliata da una quercia nel 1929-1930. I risultati delle ricerche sono stati presentati in una conferenza stampa organizzata a Budapest, alla quale gli esperti romeni hanno partecipato via internet, collegandosi da Viștea.
La chiesa di Viștea si trova a circa 14 km da Cluj-Napoca, nell’ovest della Romania, e fu costruita intorno al 1240. Inizialmente cattolica, nel periodo interbellico la chiesa è diventata riformata magiara è le pitture murali furono coperte da intonaco. Ricerche realizzate negli ultimi vent’anni da esperti romeni e ungheresi, sotto il patrocinio della Fondazione “Teleki László” e con l’aiuto economico del governo ungherese, hanno cominciato a portare alla luce le pitture originali e oggi tanti murales possono essere ammirati e studiati. Tra i dipinti si distingue una scena ispirata alla “Navicella” di Giotto, realizzata secondo una interpretazione propria dell’artista locale. La possibilità di datare ora le pitture intorno al 1330 colloca la realizzazione della “navicella” della Chiesa di Viștea in un periodo vicino all’originale di Giotto. Inoltre la datazione dei murales di Viștea apre la strada per le ricerche su altre pitture murali in antiche chiese del Paese. Le ricerche nella Chiesa di Viștea continueranno e gli esperti sono sicuri di poter trovare altri elementi importanti.