(da Verona) Quella che si sta combattendo “non è solo più una terza guerra mondiale a pezzi ma oggi è coinvolta tutta l’umanità. Sarà una cesura vera e propria, dopo questa guerra in atto ci dovrà essere un momento in cui dovremo interrogarci su come potremo andare avanti così come avvenne dopo la Seconda guerra mondiale”. Lo ha affermato questa mattina Markus Krienke, professore di Filosofia moderna ed Etica sociale alla Facoltà teologica di Lugano, intervenendo al panel “I giovani: relazioni, amori, amicizie, comunità. Le chiavi del dialogo come via della vita umana onesta, aperta alla cultura dell’incontro e alla responsabilità sociale” tra quelli che hanno aperto la seconda giornata della XII edizione del Festival della Dottrina sociale in corso al Palaexpo Verona Fiere sul tema “Costruire la fiducia – La passione dell’incontro”. Rispondendo ad una sollecitazione di don Danilo Magni, direttore dell’Opera torinese dei Giuseppini del Murialdo, Krienke ha domandato: “Come riusciremo a realizzare la prospettiva di una umanità che deve lavorare insieme, deve costruire una fiducia tra le nazioni?”. E ha rilevato che “ogni nuova guerra non soltanto ci distoglie dai problemi come la crisi climatica ma incide sull’umanità, ha un potenziale distruttivo di massa così alto da distruggere i rapporti, rendere impossibile una prospettiva comune e umanitaria di fronte alle questioni globali”. “Il Papa nella Fratelli tutti – ha ricordato – ha invitato a non parlare più della guerra giusta” ma “abbiamo bisogno dell’etica della fratellanza, un appello concreto ribadito ieri dal Papa nel messaggio al Festival”.