(da Verona) “La cosa difficile, oggi, è dire, scrivere, urlare, narrare che la vita ha un senso”. Lo ha affermato questa mattina Johnny Dotti, docente all’Università Cattolica di Milano, intervenendo al panel “I giovani: relazioni, amori, amicizie, comunità. Le chiavi del dialogo come via della vita umana onesta, aperta alla cultura dell’incontro e alla responsabilità sociale”, tra quelli che hanno aperto la seconda giornata della XII edizione del Festival della Dottrina sociale in corso al Palaexpo Verona Fiere sul tema “Costruire la fiducia – La passione dell’incontro”.
“Nel 2022, in Occidente, il senso non è previsto e questo è un grande problema”, ha osservato, rilevando che, invece non lo è “per l’ordine sociale in cui viviamo, compresa la scuola, che prevede solo il corretto funzionamento”. “Oggi – ha proseguito – siamo dentro una modalità di vita che è puramente funzionale; l’obiettivo di andare a scuola, è essere promossi: ma chi l’ha detto!”, ha aggiunto, evidenziando che nel tempo odierno “bisogna compensare l’angoscia e la modernità lo fa accelerando sempre più e moltiplicando quantità. Non bisogna mai vivere il vuoto, perché nel vuoto l’uomo si fa domande”, ha osservato. E “se può essere previsto un senso in questa vita in cui tutto dev’essere prodotto e consumato, il sistema – ha rilevato – ci dice che il senso dev’essere prodotto dal nostro io. Un’idea folla, che produce tanti malati mentali”. “L’idea individualistica di noi stessi – ha continuato – produce anche la crisi ecologica in cui siamo. E genera una società nella quale non si fanno più figli, nella quale non si esce di casa prima dei 35 anni”. “Se uno è concentrato sul proprio io cerca l’identico”, ha ammonito, rilevando che “il cristianesimo non è monoteista ma trinitario”. Rivolgendosi agli studenti presenti, Dotti ha ricordato che “non siamo noi che diamo un senso alla vita ma è la vita che dà un senso a noi, se la ascoltiamo. Questa è la libertà”. “Ognuno di noi è il tu della vita” che ci chiede di “ascoltare la realtà, incontrarla, abbracciarla”. Il docente ha esortato: “Non crediamo al sistema che ci dice che ciò che vale è utile”. “L’essere umano – ha evidenziato – se è persona non può non avere una vocazione, non siamo al mondo a caso”. Dotti ha invitato a “dialogare con l’altro” e a “dare fiducia, perché se non cresce la fiducia. Un’esperienza che passa dall’amicizia, dall’amore, dall’affetto”.