In tante parrocchie, specialmente di periferia, la Chiesa è accanto alle persone e ai nuclei familiari più bisognosi anche attraverso un aiuto concreto come quello del pacco alimentare. Ci si è messo anche il caro energia, in questo ultimo periodo, ad aggravare una situazione già messa in crisi dal Covid, specialmente per chi sopravvive con una pensione minima o fatica ad arrivare alla fine del mese con un lavoro precario.
A San Paolo della Croce, Corviale, periferia ovest di Roma, gli assistiti sono aumentati esponenzialmente e la diminuzione degli aiuti che arrivano dai benefattori, provocata anch’essa da una crisi che raggiunge sempre più strati della popolazione, ha ridotto notevolmente le scorte alimentari a disposizione della Caritas parrocchiale. È immaginabile dunque comprendere lo stato d’animo degli assistiti quando hanno saputo che direttamente il Papa aveva mandato per loro un pacco alimentare: la carezza del Santo Padre per i poveri della parrocchia. E così ci si è ritrovati in chiesa, ad ascoltare prima la Parola (Gv 6, 22 – 40) perché come ha ribadito più volte lo stesso Papa Francesco, la Chiesa non è una Ong e il suo mandato è portare a tutti Cristo e il suo Vangelo, come ha detto il parroco don Roberto Cassano nell’omelia: “Se si vuole soddisfazione e pienezza della vita non ci si può accontentare di un pacco ma cibarsi del Signore attraverso la Sacra Scrittura e l’Eucaristia, solo Lui è cibo vero, cibo che dà vita”. Al termine, tutti con il proprio carrello sono tornati verso casa, sotto la propria torre di quel palazzo lungo un chilometro da raggiungere a piedi o aspettando l’autobus, sperando di trovare all’arrivo un ascensore funzionante.