La sfida per i comunicatori “è passare da un atteggiamento passivo, superficiale, a un atteggiamento coinvolgente: da spettatori a protagonisti della nuova cultura mediale”. Ne è convinto Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, che ha aperto la seconda giornata del convegno “Utente e password. Connessioni e profezia” in corso a Roma. La realtà, ha ricordato, chiede di agire con “progettualità e creatività, ascoltando quel grido che emerge da un contesto che ancora fatichiamo a conoscere, ma che non possiamo più ignorare”. “È la stessa storia – ha spiegato – che chiedere di entrare in un nuovo scenario, sicuramente diverso dagli altri, ma non per questo meno significativo”. L’invito del direttore dell’Ufficio è ad “attivare le nostre energie migliori perché questo tempo non venga tradito da falsi profeti, ma sia ricomposto attraverso un’attenta lettura del passato (anche a livello sociale e soprattutto culturale) e venga così aperto nell’oggi a un futuro di speranza”. Secondo Corrado, si tratta “d’inserirsi all’interno di una storia che ci precede e che ci seguirà”. “Non siamo battitori solitari – ha chiarito -, ma siamo e vogliamo essere tessitori di comunità. E vogliamo farlo attraverso la nobile arte della comunicazione, che non deve mai smembrare ma sempre ricomporre. È il dono della profezia cui siamo chiamati solo se mettiamo da parte gli interessi di parte”.