Colombia: concluso il Congresso nazionale della Riconciliazione. Mons. Sánchez (Popayán), “non posticipare la costruzione della pace”

“Sono lieto di vedere molti volti noti e altre persone nuove che si uniscono a questo compito di pace, indipendentemente dalla loro appartenenza, ma che hanno questa volontà di aiutare il Paese a uscire da questa violenza, costruendo e intraprendendo percorsi che conducano alla pace e alla riconciliazione”. Lo ha affermato ieri, nell’ultima giornata del Congresso nazionale della Riconciliazione promosso dalla Chiesa colombiana, mons. Omar Sánchez, arcivescovo di Popayán e vicepresidente della Conferenza episcopale (Cec). Il presule ha fatto notare che tutte le esperienze riunite in questo Congresso “vanno sommate in modo intelligente e con perseveranza e senza smettere di elaborare proposte molto concrete che approdino alle diverse realtà del Paese”. E ha concluso: “La costruzione della pace nel Paese non può essere posticipata”. Successivamente mons. Juan Carlos Barreto, vescovo di Soacha e presidente della Commissione episcopale per la pastorale sociale, ha ribadito alcune linee guida per il pensiero e l’azione della Chiesa nella costruzione della riconciliazione e della pace in tutto il Paese: la difesa della vita in tutte le sue espressioni; identità; discernimento comunitario sotto l’azione dello Spirito Santo; dialogo e amicizia sociale; impegno di tutti i settori ecclesiali, con la complementarità tra gli orientamenti della Conferenza episcopale e i piani pastorali delle giurisdizioni ecclesiastiche; la formazione degli agenti pastorali nella Dottrina Sociale della Chiesa, autonomia e senso critico; animazione sinodale verso la pace di fronte a credenti, autorità, società civile e attori violenti.

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