Aumentano del 31% gli allarmi alimentari in Italia con ben 389 notifiche inviate dal nostro Paese all’Ue, di cui ben otto su dieci (80%) hanno riguardato cibi provenienti dall’estero. È quanto emerge dal dossier Coldiretti sulla “Black list dei cibi più pericolosi sugli scaffali” venduti in Italia dove è scattato più di un allarme alimentare al giorno, in occasione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma. I rischi alimentari si verificano – spiega la Condiretti – a causa di residui chimici, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti nell’Unione Europea. Carne di pollo low cost polacca, agrumi come mandarini e pompelmi dalla Turchia, peperoni sempre turchi, pepe nero brasiliano e semi di sesamo dall’India, di moda per le insalatone salutiste, sono ai primi posti primi della “black list” dei prodotti alimentari più pericolosi per la salute rilevati nella Ue, nella quale entrano per la prima volta anche le arance dall’Egitto, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati del Rapporto Rassf. In generale, in testa alla classifica dei Paesi dai quali arrivano i prodotti più contaminati c’è la Turchia, presente per ben tre volte nella top-ten dei cibi più pericolosi e responsabile del 13% degli allarmi alimentari scattati in Europa. A seguire, l’India e la Polonia, imputabili per l’8% delle notifiche complessive, ma preoccupazioni – continua la Coldiretti – vengono anche dalla Cina, che rappresenta quasi la metà delle notifiche relative ai materiali a contatto con gli alimenti, per la presenza di sostanze non autorizzate nei prodotti di plastica, come il bambù e la migrazione di ammine aromatiche, melamina, formaldeide, ecc. Nella lista si confermano il pepe nero brasiliano contaminato da Salmonella e i fichi secchi turchi, i pistacchi iraniani e le arachidi dagli Usa per la presenza di aflatossine. “Occorre garantire che le importazioni di prodotti da paesi terzi rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane ed europee”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza che l’Ue assicuri il principio di reciprocità nei rapporti commerciali a partire dal trattato Ue-Mercosur, che rischia di aprire le porte a prodotti che utilizzano più di 200 pesticidi non autorizzati da noi e ad aumentare la deforestazione e l’inquinamento, mettendo in ginocchio le imprese agricole europee.