L’Honduras, nell’approssimarsi della Giornata internazionale del 25 novembre contro la violenza sulle donne, discute sull’aggravarsi della situazione, soprattutto rispetto ai femminicidi, sui quali l’Honduras conosce un triste primato a livello continentale. Lo scorso mese di ottobre è stata registrata una vera e propria impennata del fenomeno, con 14 femminicidi in otto giorni. L’Osservatorio sulla violenza dell’Università nazionale autonoma dell’Honduras ha recentemente pubblicato il suo 17° bollettino sulle morti violente di donne e sui femminicidi da gennaio a dicembre 2021. È stata raggiunta la cifra di 330 morti violente di donne, 4 in più che nel 2020. Il 70,9% di questi casi sono senza dubbio femminicidi, cioè sono stati assassinati per motivi di genere; il 17,9% è classificabile come omicidio; e l’11,2% non dispone di informazioni sufficienti per determinare l’intenzione dell’atto. In pratica, questi dati significano che ogni mese perdono la vita 28 donne, cioè una donna viene uccisa ogni 26 ore e 11 minuti. Inoltre, 6 su 10 sono stati registrati nelle aree urbane e il resto nelle aree rurali. Secondo i dati dell’Osservatorio sull’uguaglianza di genere della Commissione economica per l’America Latina e i Caraibi (Cepal), nel 2020 l’Honduras aveva registrato il tasso di femminicidio più alto del continente, con 4,7 ogni 100.000 donne. L’ufficio del Commissario nazionale per i diritti umani (Conadeh) ha chiesto alle autorità di pubblica sicurezza e alla Procura di accelerare i processi di indagine per fare chiarezza su questi fatti che piangono il Paese centroamericano. Le organizzazioni della società civile, da tempo chiedono alla presidente Xioamara Castro, la prima donna alla guida del Paese, una “legge globale” per combattere i femminicidi. Radio Progreso, l’emittente dei gesuiti del Paese, ha chiesto la dichiarazione di “emergenza nazionale”.