Oggi a Bogotá, nel contesto della celebrazione della Giornata universale per i diritti delle bambine e dei bambini, la Chiesa colombiana lancerà a livello nazionale il progetto “Centralità dei bambini”, con il motto: “100 per cento tenerezza, zero violenza”. Il programma “Centralità dei bambini” è un’iniziativa regionale, in America Latina e nei Caraibi, che riunisce gli sforzi di varie organizzazioni per promuovere la vita piena e lo sviluppo integrale di bambini e adolescenti. L’iniziativa è sostenuta dal Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), in Colombia aderiscono, tra gli altri, la Conferenza episcopale, la Conferenza dei religiosi e delle religiose, la Pastorale sociale e altre organizzazioni, sia cristiane che protestanti. Tra gli obiettivi della rete: condividere esperienze significative, fare pressione politica, consolidare la formazione di chi accompagna i minori nel processo educativo. Sullo sfondo, la situazione attuale del Paese in termini di violenza che ragazze e ragazzi hanno subito. Secondo il bollettino di medicina legale, tra gennaio e settembre di quest’anno, si sono verificati 469 casi di omicidio di ragazze, ragazzi o adolescenti sotto i 17 anni. I casi di lesioni per violenza domestica, a parità di età e periodo, sono 5.048. Ciò significa che, in media, 18 bambini o adolescenti subiscono ogni giorno violenze fisiche nel proprio ambiente familiare. E si tratta solamente dei casi denunciati, che rappresentano solamente la punta di un iceberg ben più vasto. A queste situazioni si aggiungono quelle legate alle attività dei gruppi armati, rispetto alle quali centinaia di migliaia di bambini sono vittime a vario titolo. A questo proposito, Luis Pedernera, attivista per la difesa dei diritti dell’infanzia e membro del Comitato Diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite di Ginevra, afferma: “In Colombia è urgente poter contare sul 3° protocollo alla Convenzione sui diritti dell’infanzia, che consente ai bambini di presentare denunce al comitato per violazioni dei loro diritti. La Colombia non lo ha ancora ratificato, è uno dei pochi Stati a non averlo ancora fatto”. Commenta da Bogotá Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani: “Dopo 100 giorni del nuovo Governo, non si è ridotta la violenza strutturale contro bambini e bambine vittime di diseguaglianze, razzismo, esclusione, denutrizione infantile, dalla schiavitù sessuale del turismo internazionale a Cartagena, agli adolescenti usati dal narcotraffico nelle ‘comunas’ violente di Medellín o di Cali, come delle grandi periferie urbane di Bogotá o il reclutamento forzato di baby soldato usato da parte dei gruppi armati”.