Accendere i riflettori su “le peggiori forme di lavoro minorile” è l’obiettivo dell’evento che la Confederazione nazionale di azione sul lavoro minorile (Cnasti) ha organizzato per domani, 24 novembre, a Lisbona, in collaborazione con l’Istituto per il sostegno all’infanzia (Iac). La conferenza “ci permetterà di avere un’idea di ciò che sta accadendo non solo in Portogallo, ma anche nel mondo, riguardo a questo tipo di sfruttamento dei bambini”, spiegano gli organizzatori. “I bambini sono la cosa migliore che il mondo ha da offrire, sono la nostra speranza per un futuro migliore! Ma soprattutto sono un dono meraviglioso di cui dobbiamo prenderci cura”, ricorda Fatima Pinto, presidente del Comitato esecutivo del Cnasti. Secondo dati dell’Organizzazione internazionale del lavoro, ci sono nel mondo 160 milioni di piccoli che devono lavorare per vivere (più della metà nell’Africa sub-sahariana); 79 milioni di loro fanno lavori pericolosi; 3,3 sono costretti a lavori forzati. Tra il 2016 e il 2020, anno a cui fanno riferimento i dati, non ci sono stati progressi nelle percentuali; o meglio è calato il numero di lavoratori nella fascia 12-14 anni, ma si è registrato un preoccupante aumento di lavoratori nella fascia 5-11 anni.
Di questi dati e delle strategie per contrastare la piaga parleranno a Lisbona Luís Neves (direttore nazionale della Polizia giudiziaria), Fátima Pinto (Cnasti), Mafalda Troncho (direttore dell’Organizzazione internazionale del lavoro in Portogallo), Rosário Farmhouse (Commissione nazionale per la promozione diritti e protezione dei bambini e dei giovani) e Jorge Costa (vice-ministro portoghese per la giustizia). L’evento in presenza è fruibile anche in streaming, previa iscrizione (cnasti@cnasti.pt).