Per la prima volta, nel corso della 36ma udienza del processo in corso in Vaticano per gli investimenti finanziari della segreteria di Stato a Londra, è stato rivelato l’ammontare effettivo della perdita della Santa Sede relativa all’acquisto del Palazzo di Sloane avenue a Londra. A renderlo noto è stato, durante il suo interrogatorio come teste, Luciano Capaldo, cittadino britannico, ingegnere e valutatore in campo immobiliare. Nel dettaglio, ha riferito il “pool di giornalisti ammessi nell’Aula polifunzionale dei Musei Vaticani, Capaldo ha spiegato che “il Palazzo di Londra è stato acquistato dalla Segreteria di Stato per la cifra di 275 milioni di sterline e poi venduto a 186 milioni di sterline”. “E’ stato un affare?”, gli ha chiesto il Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi: “Se lo è stato o no, lo si deduce dalle cifre”, la risposta del teste. Nel corso dell’interrogatorio, inoltre, l’avvocato di Gianluigi Torzi, Giandomenico Caiazza, continuava ad esibire a Capaldo dei documenti : “Sono documenti nuovi per mettere alla prova la credibilità del teste”, ha affermato. Il presidente del tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ha replicato che nel dibattimento valgono soltanto i documenti depositati agli atti. “Tutti i documenti vanno presentati prima”, ha spiegato Pignatone: “se non si producono documenti, non si dà luogo ad un verbale intelligibile”. In aula c’è stata anche una dichiarazione spontanea di Raffaele Mincione, tra i dieci imputati del processo, il quale ha fatto notare che, tra i fattori di apprezzamento dell’immobile di Londra, non sono da considerarsi solo le migliorie, “perché è il mercato che detta il prezzo”. In merito al mutuo di 150 milioni per l’acquisto del Palazzo di Londra, Mincione ha sostenuto che “è stato approvato dallo Ior, ma mai elargito”. L’interrogatorio di Capaldo è stato sospeso e rinviato a data da destinarsi.