“Una boccata di ossigeno in questi tempi un po’ tristi, perché la Siria è ancora travagliata dalla guerra e dalle conseguenze della guerra come la povertà. La musica non ha bisogno di traduzioni, è un linguaggio che tutti capiscono, che tutti godono, che va al di là delle differenze politiche e dei conflitti. E speriamo che anche questo sia un passo avanti per l’unità della Siria e per la solidarietà di tutti i siriani e della comunità internazionale con la Siria”.
Lo ha detto il nunzio apostolico in Siria, card. Mario Zenari, commentando i concerti presentati nei giorni scorsi a Damasco, Latakia e Aleppo nell’ambito del Terra Sancta Organ Festival, rassegna internazionale di musica classica organizzata annualmente dalla Custodia di Terra Santa. Si tratta, tra l’altro, dell’unico festival internazionale di musica classica attivo in Siria, “come segno di solidarietà verso il popolo e i musicisti che va oltre l’emergenza”. In Siria, riferisce la Custodia, i concerti si sono svolti nella chiesa di San Paolo e in quella di S. Antonio a Damasco, nella chiesa del Sacro Cuore a Latakia, nella chiesa di San Francesco ad Aleppo e sul grande organo della Damascus Opera House. Gli organisti provenienti dall’estero erano di grande livello internazionale, come lo spagnolo Juan de la Rubia, organista della basilica della Sagrada Familia di Barcellona, l’italiano Silvio Celeghin, organista dell’Orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia a Roma, e l’austriaco Michael Koller, esperto in improvvisazioni e sperimentazioni acustiche. Nel corso del festival si sono esibiti anche la Syrian National Symphony Orchestra diretta da Missak Baghboudarian, l’“Ensemble classica” di Aleppo e altri musicisti siriani tra cui Kenan Adnawi con il suo oud (strumento a corda), per la prima volta in duetto con un organo a canne. Al concerto inaugurale di Damasco era presente anche Lubana Mushawah, ministra della cultura della Siria: “La cultura in generale, e la musica in particolare, costituiscono il nutrimento dell’anima e dei pensieri dei popoli e formano un legame senza confini tra loro. In tempo di guerra e in tempo di crisi, gli strumenti della cultura e della comunicazione hanno un grande ruolo per calmare gli animi, ripensare il nostro presente e il nostro futuro e costruire insieme un futuro migliore per l’umanità”. Fra il 28 ottobre e il 19 novembre il Terra Sancta Organ Festival ha presentato ben 21 concerti tra Damasco, Latakia, Aleppo, Tel Aviv, Nazareth, Haifa, Gerusalemme e Betlemme. Per informazioni sul Terra Sancta Organ Festival si può visitare il sito www.tsorganfestival.org dal quale ci si può collegare alla pagina Facebook e al canale YouTube del festival per vedere le foto e i video.