Un Codice di deontologia medica figlio del suo tempo, profondamente rinnovato nella forma e nella sostanza, che partendo da quei principi etici che medici e odontoiatri si tramandano da millenni, sia in grado di affrontare le sfide del presente e del futuro.
A tracciarne il disegno, domani e il 25 novembre a Roma, la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), con il convegno “Una nuova deontologia per il nuovo ruolo del medico”, che si svolgerà all’Hotel Villa Pamphili, in Via della Nocetta 105 e darà ufficialmente il via alla revisione del testo che risale al 2014. Comunicazione, approccio “One-health” per raggiungere la salute globale, intelligenza artificiale, formazione, ruolo sociale del medico: questi gli argomenti trattati, che costituiranno altrettante direttrici per il lavoro di rivisitazione. Ad affrontarli, gli esperti del Board multidisciplinare appositamente costituito e composto da medici, giuristi, docenti universitari, giornalisti, filosofi della medicina, esponenti della società civile. Presidenti del convegno saranno il presidente Fnomceo, Filippo Anelli; il presidente Commissione Albo Odontoiatri, Raffaele Iandolo; il coordinatore della Consulta deontologica nazionale Fnomceo, Pierantonio Muzzetto. Responsabile scientifica, Elisabetta Pulice. Presenti all’incontro i presidenti degli Ordini, che saranno chiamati per legge ad approvare il testo definitivo e i presidenti delle Commissioni di Albo Odontoiatri.
“Il Codice è il punto di unità delle nostre due professioni – spiega Anelli – e insieme dobbiamo cambiarlo, renderlo in grado di rispondere alle nuove sfide che investono la società e la professione”. “Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale e le sue molteplici applicazioni alla medicina – aggiunge – il nostro è un sì deciso, ma anche condizionato: le nuove tecnologie devono essere un ausilio del medico, non un suo surrogato. Non vogliamo che questo strumento diventi un’alternativa al medico come è successo in Inghilterra, dove ai cittadini è stato chiesto di scegliere tra un medico e un computer”. “I medici di domani – conclude Anelli – devono imparare a dedicare tempo al paziente, ad ascoltarlo, a rivalutare la singolarità dell’individuo, utilizzando la complessità degli strumenti a disposizione per giungere ad una presa in carico della persona nella sua interezza”.