Il Museo diocesano tridentino presenta “Note al Museo. Tra musica e arazzi”, un ciclo di concerti serali di musica ospitati nella Sala degli Arazzi. “Il progetto intende introdurre modalità di performance finora mai sperimentate, promuovere l’impegno del museo nei confronti di altre discipline artistiche e approfondire le connessioni tra il pubblico e le opere d’arte”, si legge in una nota.
Da novembre a febbraio del prossimo anno, ogni mese vengono proposti due concerti di musicisti jazz e blues, che combinano influenze globali in modi inaspettati e originali. In primavera è inoltre previsto un ciclo di concerti di musica classica, i cui dettagli sono in corso di definizione.
Questa iniziativa ha l’obiettivo di aprire sempre più il Museo alla città e coinvolgere nuovi pubblici senza sconvolgere il museo. “Il Museo diocesano è prima di tutto luogo di cultura, una porta di accesso alla conoscenza, ma è anche un luogo di incontri, utilizza i codici dell’intrattenimento per creare legami con le diverse forme di cultura e arte e desidera offrire al pubblico esperienze piene e soddisfacenti, che incidano sul piano delle emozioni – spiega la nota -. Oltre ai concerti, il Museo intende aprire le sue porte alla comunità almeno due volte al mese alla sera anche con l’organizzazione di eventi, iniziative, attività e conferenze, tutti ospitati nella prestigiosa sala degli arazzi”.
Proprio per questo motivo, è stato creato il logo ad hoc “Sala degli Arazzi”, progettato da Giuseppe Marchi. Il logo dialoga con quello del Museo per l’impostazione degli elementi, ma allo stesso tempo ha un’identità molto forte, chiara e distintiva, che vuole valorizzare l’elemento floreale e decorativo proprio degli arazzi custoditi nella sala.
Il primo concerto, domani, mercoledì 23 novembre, alle ore 20.30, è dedicato alla musica “manouche” e cioè al jazz gitano, che vide il suo caposcuola nel chitarrista sinto Jean “Django” Rienhardt. Il jazz manouche è un genere musicale che fonde lo swing americano degli anni Trenta con il valse musette francese ed il virtuosismo sugli strumenti a corda della musica gitana. Il Trio “Alma Manouche” è costituito da Lino Brotto (chitarra solista), Mattia Martorano (violino) e Francesco Zanardo (chitarra ritmica).