Si è conclusa, nei giorni scorsi, la prima fase del progetto sperimentale di giustizia riparativa “Nella mia ora di libertà”, che impegna, insieme ad altri, la Caritas della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano.
“Il progetto – dichiara il direttore della Caritas, don Pasquale Cotugno – mira a creare una nuova cultura della giustizia e soprattutto del coinvolgimento di tutta la comunità civile ed ecclesiale con l’obiettivo di sentirci tutti corresponsabili nei processi di integrazione e riparazione. Non possiamo fermarci e limitarci a guardare e giudicare, ma dobbiamo mettere in atto processi di riconciliazione, dove ogni ostacolo, che non permette a ogni essere umano il raggiungimento della sua dignità, viene eliminato”. La Caritas diocesana è stata selezionata per lo svolgimento di questo percorso per l’attività sui temi della giustizia che da anni ormai svolge nella Chiesa locale, come dimostrano le ultime due edizioni della Settimana sociale diocesana e il progetto “Liberiamo la Speranza”.
Il progetto sperimentale è stato avviato il 27 ottobre e si è articolato in quattro incontri, durante i quali i partecipanti hanno potuto apprenderne i principi che, secondo quanto definito da Howard Zher, padre della giustizia riparativa, costituisce “un processo per coinvolgere, nella massima misura possibile, coloro che hanno un interesse in un reato specifico e per identificare e affrontare collettivamente danni, bisogni e obblighi, al fine di guarire e mettere le cose nel modo migliore possibile”.
I primi protagonisti del percorso sono stati venti docenti dell’Istituto Iiss “A. Righi” di Cerignola i quali, accompagnati dai due operatori del progetto, Gaetano Panunzio, responsabile del settore Giustizia della Caritas diocesana, e Antonella Sciancalepore, psicologa, hanno potuto apprendere i principi della giustizia riparativa e della mediazione attraverso lezioni frontali, esercitazioni pratiche con role playning e simulazioni di mediazione, senza dimenticare l’esperienza positiva di alcuni ragazzi e ragazze, nonché docenti di un istituto di Tempio Pausania sull’applicazione dei metodi riparativi.
Il progetto proseguirà nei prossimi mesi interessando il maggior numero di persone. Nel complesso prevede la realizzazione di momenti di incontro con le comunità parrocchiali, con enti del Terzo Settore, con le scuole in particolare, nonché ordini professionali, centri educativi per minori che già operano in contesti a rischio, luoghi di lavoro, comunità cittadina.