Le famiglie di Kherson hanno raccolto l’acqua dalle pozzanghere e hanno fatto la fila per più di un chilometro per acquistare acqua potabile e combustibile per il riscaldamento a causa della distruzione delle infrastrutture che si teme possano causare almeno un altro mese di interruzioni dei servizi. Lo riferisce Save the children, ricordando che più di 165.000 persone, tra cui circa 80.000 bambini, vivono nelle aree di Kherson che sono state recentemente riconquistate dall’Ucraina, dove i bisogni della popolazione sono a livelli critici a causa delle ostilità in corso, dei danni estesi e della distruzione delle infrastrutture. “Le famiglie non hanno acqua ed elettricità da più di due settimane, nei mercati cibo e acqua scarseggiano e la maggior parte dei negozi è vuota. Le farmacie e le strutture sanitarie non hanno medicinali e le persone possono contare solo su frutta e verdura di produzione locale, se disponibili, per nutrirsi. L’ospedale che abbiamo visto è stato saccheggiato in gran parte delle sue attrezzature, come quelle chirurgiche, le sedie a rotelle, le scorte di medicine, cibo congelato e acqua per i pazienti. La situazione che Kherson deve affrontare ora è terribile e i livelli di bisogno sono enormi. Siamo riusciti a raggiungere più di 4.000 famiglie in un solo giorno con la distribuzione di acqua, ma molte altre ne hanno bisogno”, ha detto Georgia Tracy, direttrice del programma di intervento di Save the children in Ucraina. Ci vorranno settimane o addirittura mesi prima che tutti i servizi essenziali come elettricità, riscaldamento centralizzato e approvvigionamento idrico a Kherson vengano ripristinati a pieno regime. La scorsa settimana, il governo ucraino ha approvato un finanziamento di 2,1 milioni di dollari per riparare le infrastrutture critiche della regione, ma i lavori potranno iniziare solo una volta che il territorio sarà stato decontaminato dagli esplosivi. Ciò potrebbe richiedere diverse settimane, secondo il Ministero degli affari interni ucraino. Save the children chiede alle parti in guerra di “rispettare il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani ed evitare di attaccare i civili e le infrastrutture civili”.