Il coro senza luogo né tempo di ragazzi dei licei e università romane dà voce a un progetto di cooperazione per sensibilizzare sul dramma dei bambini in conflitto armato: l’Universities network for children in armed conflict – Unetchac si unisce a “Il coro che non c’è” in un video musicale che affida ai giovani speranza e sogni.
Gli studenti cantori si avvicendano nello spazio aperto di Villa Ada a Roma, le loro voci si raccordano in uno struggente appello: quello di proteggere insieme i più vulnerabili. Il video raccoglie i frame girati nei diversi momenti di una stessa giornata dagli studenti liceali e universitari della capitale sotto la guida di Ludovico (Dodo) Versino e aprirà la conferenza internazionale “Children in armed conflict: How can they be protected in a multilevel international framework?”
L’evento, organizzato da Unetchac e dalla cattedra Unesco per i diritti umani dell’Università del Lussemburgo in collaborazione con L.A.W. International e l’Istituto di studi politici “S. Pio V”, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Lussemburgo, si svolge il 21 e il 22 novembre presso l’Università del Lussemburgo, in presenza e in modalità virtuale, proponendo un dibattito tra rappresentanti di istituzioni internazionali e nazionali, organizzazioni della società civile, ricercatori, accademici e studenti. La Conferenza intende agevolare uno scambio di esperienze per mettere in campo programmi multilaterali per la salvaguardia dei diritti fondamentali dei bambini coinvolti non solo nel conflitto russo-ucraino ma in tutti i Paesi colpiti da conflitti armati. “Il coro che non c’è” è un progetto nato prima della pandemia che per mezzo delle nuove tecnologie è divenuto virtual choir dando prova che la musica avvicina creando e riscoprendo una spontanea solidarietà tra le nuove generazioni: numerosi i successi che ha conseguito live e sul web come il video medley a cappella Queencubo che in pochi mesi ha raggiunto circa mezzo milione di spettatori. L’Universities network for children in armed conflict continua a lavorare nel mondo con oltre 50 università e istituti di ricerca nello sviluppo di attività di ricerca, nell’organizzazione di eventi artistici e culturali. Nel corso delle due giornate in Lussemburgo saranno esposte anche le opere del fotografo ivoriano Mohamed Keita sui bambini in conflitto armato.