“Alimentiamo l’attesa del cielo, esercitiamoci nel desiderio del paradiso”. E’ l’invito del Papa, nell’omelia della Messa in suffragio dei cardinali e dei vescovi defunti nel corso dell’anno, presieduta nella basilica di San Pietro. “Ci fa bene oggi chiederci se i nostri desideri hanno a che fare con il cielo”, l’augurio di Francesco: “Perché rischiamo di aspirare continuamente a cose che passano, di confondere i desideri con i bisogni, di anteporre le aspettative del mondo all’attesa di Dio. Ma perdere di vista ciò che conta per inseguire il vento sarebbe lo sbaglio più grande della vita”. Due le parole al centro dell’omelia: attesa e sorpresa. “Attesa esprime il senso della vita, perché viviamo nell’attesa dell’incontro”, ha esordito il Papa: “l’incontro con Dio, che è il motivo della nostra preghiera di intercessione oggi, specialmente per i cardinali e i vescovi defunti nel corso dell’ultimo anno, per i quali offriamo in suffragio questo sacrificio eucaristico”. “Tutti viviamo nell’attesa”, ha spiegato Francesco: “Siamo nella sala d’attesa del mondo per entrare in paradiso, per prendere parte a quel ‘banchetto per tutti i popoli’ di cui ci ha parlato il profeta Isaia”. “E’ bello quando il signore viene ad asciugare le lacrime, è tanto brutto quando speriamo sia qualcun altro ad asciugare le lacrime, ed è più brutto quando non abbiamo le lacrime”, ha aggiunto a braccio.