Papa Francesco: Angelus, “la pace non si raggiunge conquistando o sconfiggendo qualcuno, non è mai violenta, non è mai armata”

“I santi sono i veri rivoluzionari”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri, nella solennità di Ognissanti, pronunciato – secondo la Gendarmeria vaticana – di fronte a circa 15mila persone. “Tutti desideriamo la pace, ma spesso quello che noi vogliamo non è proprio la pace, è stare in pace, essere lasciati in pace, non avere problemi ma tranquillità”, ha spiegato Francesco: “Gesù, invece, non chiama beati i tranquilli, quelli che stanno in pace, ma quelli che fanno la pace e lottano per fare la pace, i costruttori, gli operatori di pace. Infatti, la pace va costruita e come ogni costruzione richiede impegno, collaborazione, pazienza”. La pace non piove dall’alto, ha puntualizzato il Papa: “Cresce nel silenzio, giorno dopo giorno, attraverso opere di giustizia e di misericordia, come ci mostrano i testimoni luminosi che festeggiamo oggi”. “Noi siamo portati a credere che la pace arrivi con la forza e la potenza: per Gesù è il contrario”, ha proseguito Francesco: “La sua vita e quella dei santi ci dicono che il seme della pace, per crescere e dare frutto, deve prima morire. La pace non si raggiunge conquistando o sconfiggendo qualcuno, non è mai violenta, non è mai armata”. Per diventare operatori di pace, allora, “prima di tutto occorre disarmare il cuore”: “Sì, perché siamo tutti equipaggiati con pensieri aggressivi, uno contro l’altro, con parole taglienti, e pensiamo di difenderci con i fili spinati della lamentela e con i muri di cemento dell’indifferenza; e fra lamentela e indifferenza ci difendiamo, ma questo non è pace, questo è guerra. Il seme della pace chiede di smilitarizzare il campo del cuore”. “Guardiamoci dentro e chiediamoci”, l’invito del Papa: “Siamo costruttori di pace? Lì dove viviamo, studiamo e lavoriamo, portiamo tensione, parole che feriscono, chiacchiere che avvelenano, polemiche che dividono? Oppure apriamo la via della pace: perdoniamo chi ci ha offeso, ci prendiamo cura di chi si trova ai margini, risaniamo qualche ingiustizia aiutando chi ha di meno? Questo è si chiama costruire la pace”.

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