Le Ong europee chiedono di non considerare più la Turchia un Paese sicuro per i rimpatri di rifugiati. “La Turchia viola il diritto internazionale in materia di asilo”. È la denuncia di sedici Ong, contenuta in una lettera indirizzata ai ministri greci per la Migrazione e l’asilo e per gli Affari esteri, con in copia la Commissione europea. “La Turchia non concede più lo status di protezione temporanea ai rifugiati siriani”, scrivono le Ong. La “Turchia sta costringendo le persone a tornare in Siria”. Lo stesso avrebbe denunciato Human Rights Watch, secondo il sito di informazione europea EUobserver. Le Ong ribadiscono che, nel suo ultimo rapporto sulla Turchia pubblicato a metà ottobre, la Commissione Ue contesta la definizione della Turchia come “Paese terzo sicuro” per i rifugiati, come stabilito invece attraverso un accordo stretto con la Grecia per i rimpatri. Il prossimo mese, la Grecia dovrà confermare o rivedere questa definizione. Mentre la Commissione ha evidenziato “gli sviluppi preoccupanti nel Paese”, sebbene abbia registrato “un miglioramento in termini di sorveglianza e protezione del confine terrestre con l’Iran”. Secondo l’Esecutivo Ue la Turchia “non ammetterà più migranti nei suoi territori”.
Il Paese ha “interrotto le registrazioni delle domande di protezione internazionale e temporanea in diverse province”. La Commissione ha sottolineato che la Turchia “non concede più lo status automatico di protezione temporanea ai rifugiati siriani” per limitare gli arrivi per ragioni economiche, ma “questo non è un motivo legittimo per l’esclusione della protezione temporanea”. La Turchia, poi, ha “disattivato lo status di protezione di oltre 600mila rifugiati per il solo motivo di risiedere in un luogo diverso da quello dichiarato”. Solo 150mila hanno potuto riattivarlo. La Commissione Ue ha anche evidenziato che “la maggior parte dei rifugiati non ha accesso al mercato del lavoro e quindi si trova in una situazione di insicurezza economica”. Infine, “oltre 425mila bambini non frequentano la scuola”.