In occasione della Giornata internazionale del ricordo delle vittime degli incidenti stradali, che si celebra la terza domenica di novembre per sensibilizzare l’opinione pubblica su ciò che si può fare per evitare questa infinita strage che, anche nel nostro Paese, assume dimensioni ancora troppo grandi, “Credo la Vita Eterna” (percorso di elaborazione del lutto alla luce della fede incardinato nelle attività dell’Ufficio Famiglia della diocesi di Modena-Nonantola) da alcuni anni promuove, congiuntamente sezione modenese dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada Aps, presieduta da Franco Piacentini, un momento di incontro e di preghiera per sostenere e condividere il dolore delle famiglie colpite da queste tragiche morti e per sensibilizzare anche la comunità cristiana diocesana su questo problema e sulle possibili soluzioni. Quest’anno, l’appuntamento è per domenica 20 novembre, quando l’arcivescovo Erio Castellucci presiederà alle 18 in duomo una celebrazione eucaristica dedicata alle vittime della strada.
Sul piano degli incidenti stradali, viene ricordato in una nota, il 2021 è da considerarsi complessivamente ancora negativo, anche se ha risentito nei soli mesi di gennaio e febbraio di una diminuzione di casi addebitabile agli effetti della pandemia: in Italia sono morte 2.875 persone pari a 8 morti al giorno (+20% sul 2020 ma -9,4% sul 2019) e altre 204.728 sono rimaste ferite in 151.875 incidenti stradali (dati Aci-Istat). In Provincia di Modena i morti sono stati 44 e i feriti 3.500. Il costo sociale degli incidenti stradali in Italia è calcolato in 16,4 miliardi di Euro. Fra i morti si annoverano soprattutto gli utenti deboli: pedoni, ciclisti e motociclisti nonché i giovani e i bambini. Nella fascia di età tra i 5 e i 29 anni, gli incidenti stradali sono infatti la prima causa di morte. “A proposito di ciò, un dato particolare sull’anno in corso interroga, più degli altri, le coscienze: nel 2022, secondo i dati Asaps, sono già 29 i bambini morti mentre attraversavano sulle strisce pedonali urbane”, spiega Piacentini.
“Il nuovo obiettivo europeo al 2030 è costituito di nuovo dal dimezzamento dei morti e dei feriti gravi per raggiungere possibilmente zero morti nel 2050 (‘zero vision’) – conclude Piacentini –. Occorre quindi continuare nell’impegno sui diversi fronti: maggiore educazione stradale, diminuire la fretta e la velocità, non distrarsi mentre si guida, incrementare i controlli e la diffusione di mobilità alternativa”.