“La prevenzione della tortura inizia con la garanzia che osservatori indipendenti abbiano accesso ai detenuti. La Federazione Russa deve consentire, su base regolare, l’accesso pieno e senza ostacoli ai luoghi in cui possono trovarsi i prigionieri di guerra, in particolare i luoghi di internamento, anche consentendo colloqui riservati con i prigionieri di guerra. L’Ohchr rinnova i suoi appelli alle autorità russe affinché lo facciano prontamente”. Lo si legge nelle conclusioni dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani (Ohchr) che, attraverso la sua Missione di Monitoraggio dei diritti umani in Ucraina (la Missione), ha documentato il trattamento dei prigionieri di guerra e le condizioni del loro internamento attraverso interviste con loro, come così come con testimoni e parenti di militari catturati. Finora, l’Ohchr ha intervistato 159 prigionieri di guerra (139 uomini e 20 donne) detenuti dalla Federazione Russa (anche da gruppi armati affiliati) e 175 prigionieri di guerra (tutti uomini) detenuti dall’Ucraina.
L’Ohchr ha identificato “modelli di tortura e maltrattamento di prigionieri di guerra detenuti dalla Federazione Russa (anche da parte di gruppi armati affiliati), in particolare durante l’internamento”. L’Ohchr ha anche documentato “le violazioni commesse da agenti statali ucraini nei confronti dei prigionieri di guerra, che hanno rivelato uno schema di maltrattamenti nelle fasi iniziali della cattura e dell’evacuazione, e sporadici casi di tortura e maltrattamenti nelle fasi successive dell’internamento”.