Numeri impressionanti, scandalosi, che danno l’idea della gravità e dell’urgenza. Ma non bisogna dimenticare che dietro a quei numeri ci sono storie vere. Di donne che ogni giorno, in tutto il mondo, subiscono violenza. Ad accendere i riflettori sul fenomeno è Actionaid, in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che ricorre il 25 novembre.
In tutto il mondo, informa l’organizzazione, si stima che circa il 35% delle donne abbia subito violenza, sessuale e non, almeno una volta nella vita. Nel 38% dei casi di omicidi di donne, il colpevole è il partner. Le bambine già sposate con un uomo (solitamente molto più grande) ammontano a 22 milioni circa. Centinaia di milioni di altre bambine sono a rischio matrimonio forzato e/o precoce. La situazione non potrà che peggiore man mano che la popolazione mondiale continua a crescere.
“Nonostante sia un fenomeno che ha registrato una notevole diminuzione dalla metà degli anni Novanta – prosegue Actionaid -, ogni anno nella sola Africa ci sono tre milioni di donne e di bambine a rischio Fìgm (female genital mutilation, mutilazioni genitali femminili).
Nel 30% dei casi a livello globale, le donne subiscono violenza dal proprio partner all’interno delle mura domestiche. L’Africa subsahariana e il Sud-est asiatico sono le zone del mondo maggiormente colpite dal problema”.
Quali le conseguenze? Fisiche e psicologiche: “il 42% delle donne vittime di violenza ha riportato lesioni e ferite permanenti. L’omicidio e il suicidio sono le conseguenze più gravi. Gravidanze indesiderate, aborti e malattie sessualmente trasmissibili sono solo alcune delle altre conseguenze della violenza sessuale”. Per questo, conclude l’organizzazione, occorre “dialogare con le istituzioni e le comunità locali per estirpare la violenza sulle donne come fatto socialmente e culturalmente accettato” e creare delle “case sicure” dove le donne vittime di violenza “possano essere accolte, protette e ricevere tutto l’aiuto di cui hanno bisogno”.