È di almeno 21 morti e di numerosi feriti il bilancio di un incendio che ieri ha distrutto un edificio di tre piani situato in un campo profughi alla periferia di Jabalia, nella Striscia di Gaza. Tra le vittime si contano diverse donne e sette bambini. Secondo quanto appreso dal Sir il rogo si sarebbe sviluppato durante una festa di famiglia organizzata per salutare il conseguimento del dottorato di ricerca da parte di uno dei suoi componenti. Non se ne conoscono ancora le cause. Hamas, che governa la Striscia, ha avviato una indagine per fare luce sull’incidente che sarebbe da attribuire allo stoccaggio in casa di carburante. Un uso comune presso gli abitanti di Gaza che, non disponendo di energia elettrica, utilizzano in alternativa gas per cucinare, gasolio e benzina. Materiali che vengono immagazzinati in casa per l’uso comune, specie in inverno. Si tratta di uno degli incidenti più gravi accaduti negli ultimi anni a Gaza, non ascrivibili al conflitto tra Hamas e Israele. Da Ramallah, dove ha la sua sede, l’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha proclamato per oggi il lutto cittadino e il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha fatto giungere le sue condoglianze alle famiglie delle vittime. Anche il Patriarcato latino di Gerusalemme, in un messaggio del patriarca Pierbattista Pizzaballa, ha espresso il proprio cordoglio per le vittime e la sua vicinanza alle loro famiglie e anche ai pompieri e ai soccorritori. Il Patriarca invita a pregare perché “il Signore le consoli e guarisca le loro ferite”. Analoghi sentimenti sono stati espressi anche dal parroco della Chiesa latina della Sacra Famiglia, l’unica cattolica di Gaza, padre Gabriel Romanelli. La Striscia di Gaza è abitata da oltre 2 milioni di persone. Da 15 anni è sottoposta al blocco israeliano. Jabalia è il più grande degli otto campi profughi presenti nel territorio della Striscia.