“Stamattina è emersa la volontà di cambiare il volto del Coordinamento. Dopo la pandemia lo scenario è cambiato è avvertiamo l’esigenza di rinnovare lo strumento”. Così Stefano Di Battista, presidente del Coordinamento delle associazioni per la comunicazione, commentando al Sir quanto emerso nella mattinata che ha visto oggi radunati a Roma, in presenza e in collegamento, presidenti e delegati delle 29 associazioni che vi aderiscono.
La sfida, ha spiegato, è quella di “sviluppare proposte per le associazioni aderenti” lanciando una “proposta che sappiamo essere imperfetta, che sarà da aggiustare”. Di Battista ha ricordato l’udienza di fine ottobre nella quale Papa Francesco “ci ha indicato tra i tanti criteri quello della sinodalità”; “che significa vedersi, incontrarsi, parlarsi”, ha spiegato il presidente del Copercom. “Siete disponibili a questo percorso? Siete disponibili a camminare insieme?”, la domanda posta alle 29 associazioni aderenti, nella convinzione che “il tallone d’Achille delle nostre organizzazioni è che sono forse più impegnate sul fronte dell’interlocuzione interna piuttosto che essere attente a quello che riescono a veicolare all’esterno”. Da qui l’interrogativo: “Possiamo comunicare insieme? Possiamo fare progetti insieme?”. Ai rappresentanti delle 29 associazioni, “piccole e medio-grandi” e che contano un totale di circa 2 milioni di aderenti, Di Battista ha comunicato che “come Copercom stiamo mettendo a disposizione Cristina Tugnoli per intraprendere la strada della progettazione”. Inoltre “stiamo lavorando al nuovo sito web grazie a WeCa”; è stato concepito – ha precisato – “non come una sorta di agenzia di stampa che racconta quanto fanno le associazioni” ma come un portale “che raccolga servizi per le associazioni aderenti”. Di Battista, dopo un anno dall’elezione a presidente del Copercom, ha affermato al Sir che “adesso il quadro comincia a schiarirsi”. “Il dibattito di questa mattina mi ha fatto molto piacere” perché “si è capito che il messaggio è stato colto”. “Rispetto alle proposte avanzate da Bignami abbiamo capito che ci daremo una mano all’interno del Coordinamento per realizzarle”, ha concluso: “Il tentativo, per certi versi molto ambizioso, è quello di dare seguito alle parole del Papa che ci chiede di essere Chiesa in uscita, correndo il rischio di sbagliare ma non avendo il timore di provarci”.