In Italia quasi un milione e 400mila bambini vivono in povertà assoluta: una percentuale media del 14,2% di tutti i minori, che sale però fino al 16% nel Mezzogiorno. Un bimbo che nasce a Caltanissetta ha 3,7 anni in meno di aspettativa di vita (80,2) di chi è nato a Firenze (83,9); la speranza di vita in buona salute segna addirittura un divario di oltre 12 anni tra Calabria (54,4) e provincia di Bolzano (67,2). Un Servizio sanitario che spesso è “nazionale” solo sulla carta. Questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata dal XIII Atlante dell’infanzia a rischio, intitolato “Come stai?”, curato da Cristiana Pulcinelli e presentato oggi a Roma da Save The Children. Prima della pandemia, secondo gli ultimi dati disponibili, il tasso di mortalità infantile (entro il primo anno di vita) era di 1,45 decessi ogni 1000 nati vivi in Toscana, ma era più che doppio in Sicilia (3,34) e triplo in Calabria (4,42), con ben il 38% dei casi di decesso relativi a bambini con mamme di origine straniera. Un bambino del Mezzogiorno che si ammalava nel 2019 aveva una probabilità di dover migrare in altre regioni per curarsi del 70% in più rispetto a un bambino del Centro o del Nord Italia.