È durato circa 25 minuti il colloquio privato tra il Papa e il Re Abdullah II di Giordania, accompagnato da sua moglie Rania, il quale successivamente ha incontrato il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali. “Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato, nell’esprimere apprezzamento per i buoni rapporti bilaterali esistenti – si legge in un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede – si è fatto riferimento alla necessità di continuare a sviluppare il dialogo interreligioso ed ecumenico, garantendo sempre che la Chiesa cattolica in Giordania possa esercitare liberamente la propria missione”. Infine, nel rilevare l’importanza della promozione della stabilità e della pace nel Medio Oriente, con un particolare riferimento alla questione palestinese e al tema dei rifugiati – si legge ancora nel comunicato – si è ribadita la necessità di custodire ed incoraggiare la presenza cristiana nella regione. A tal proposito, si è sottolineata la necessità di continuare a preservare lo status quo nei Luoghi Santi a Gerusalemme, luogo di incontro e simbolo di coesistenza pacifica, in cui si coltivano il rispetto reciproco e il dialogo”. Anche durante il colloquio privato – informa inoltre il Vaticano – il Papa e il Re di Giordania hanno parlato della situazione in Medioriente, e il Santo Padre ha ringraziato il Re per il ruolo di protettore dei Luoghi Santi e per l’accoglienza offerta dalla Giordania ai migranti dell’area. Papa Francesco ha donato ad Abdullah II una medaglia in bronzo, incorniciata nel marmo, raffigurante San Pietro e il colonnato, oltre ai consueti volumi dei documenti papali, al Messaggio per la Pace di quest’anno, al Documento sulla Fratellanza Umana e al libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 220, a cura della Lev. Il Re di Giordania ha regalato al Papa una copia fotostatica di un antico Corano, dell’incenso naturale e un’ampolla d’acqua dal sito del Battesimo.