Migranti: Ripamonti (Centro Astalli) su scontro Italia-Francia, “non si utilizzino le persone per battaglie politiche e diplomatiche”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Non si utilizzino i migranti per portare avanti delle battaglie politiche e diplomatiche a spese delle persone”. Lo ribadisce al Sir padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, commentando lo scontro in corso tra Italia e Francia sui migranti. La Francia ha annunciato che assumerà delle misure di “rafforzamento dei controlli alle frontiere” e ha bloccato i ricollocamenti previsti di 3500 persone. “Il braccio di ferro sulle persone sposta il problema, che è la centralità è la salvezza e l’accompagnamento delle persone – precisa -. Vedere invece che vengono strumentalizzate per altri fini è una sconfitta dell’intera società civile. Bisogna tornare a fare in modo che le persone con le loro problematiche e le loro vite diventino la preoccupazione effettiva dell’Europa e del nostro Paese”. Quello che sta accadendo ricorda vicende già accadute anni fa quando l’allora ministro dell’interno Matteo Salvini bloccò i porti alle navi umanitarie. “E’ peggio di allora – commenta padre Ripamonti -, perché abbiamo già vissuto queste storie e sappiamo che non portano nulla di buono per la vita delle persone. L’aggravante è tornare a viverle con la consapevolezza di averlo già fatto e di non averne tratto benefici per le persone. Ci siamo già passati e torniamo a fare cose che non sono di aiuto e non tutelano le persone”. A suo avviso “è come se ci incaponissimo su cose specifiche perdendo di vista la visione d’insieme, ossia il fenomeno migratorio, che è globale e va assunto a livello internazionale e con una responsabilità condivisa – precisa -. Invece ogni volta torniamo a incaponirci su aspetti specifici a spese delle persone: quelli che sono sulle navi devono aspettare, quelli in mare non vengono soccorsi, quelli nei centri di detenzione non vengono evacuati”. Nel frattempo, osserva, “la storia si fa un po’ gioco di noi: l’anno scorso al confine tra Bielorussia e Polonia si discuteva sull’accoglienza di poche centinaia di persone e poi dopo alcuni mesi la Polonia è stata sopraffatta dalla presenza di milioni di profughi ucraini. Resistiamo su alcune cose e non riusciamo a capire che invece il mondo va in un’altra direzione. La soluzione non è incaponirsi su alcune situazioni ma cercare di capire dove sta andando il mondo e cercare di regolamentare il fenomeno migratorio a vantaggio delle persone”.

 

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