Diocesi: mons. Piazza nuovo vescovo di Viterbo, “accoglietemi tra voi come padre, fratello e amico”

“Accoglietemi tra voi come padre, fratello e amico, chiamato da Cristo a far crescere una Chiesa bella e gioiosa, esperta in umanità, capace di raccogliere ‘uva anche tra le spine’ (Agostino); una Chiesa incarnata nel quotidiano, tra le sue difficoltà e attese (GS 1). Misuriamo il cammino ‘sul passo del più debole’ per sentire la fierezza di giungere, tutti e insieme, la meta di una umanità degna dell’Amore Incarnato. Carissimi, in questo comune impegno bisogna ‘amare ciò che si sceglie, scegliere ciò che ci è chiesto, amare ciò che ci è chiesto’. Affido a Voi, fin da ora, il motto che mi ha guidato nella prima visita pastorale: in quello che vivo, il meglio che posso!”. Lo ha scritto mons. Orazio Francesco Piazza nella lettera inviata alla comunità diocesana di Viterbo la cui guida gli è stata affidata oggi da Papa Francesco.
“Rivolgo al Santo Padre, Papa Francesco, il senso profondo della riconoscenza filiale per questa seconda chiamata a mettermi in cammino”, sottolinea il vescovo, rivelando che “lascio, non senza sofferenza l’amata Chiesa che è in Sessa Aurunca: la sofferenza è pari all’intensità dell’amore!”. “Con lo stesso amore pastorale, linfa vitale del cammino già svolto nell’impegno per una intensa comunione ecclesiale e una rinnovata coesione sociale, vengo a Voi per rendere il mio cuore ancor più umile e disponibile, sull’esempio di Maria di Nazareth; oriento il mio e vostro sguardo su Colui che ci viene incontro per trasformare le tante fragilità in opportunità di autentica umanità”, prosegue mons. Piazza che rivolge poi “un sentito e riconoscente abbraccio al fratello nell’episcopato Lino, vostro Pastore, che nello stesso amore vi ha accompagnato con una dedizione senza misure e senza riserve: raccoglie, in questo delicato momento personale, i frutti di tanti semi di grazia seminati in lunghi anni di ministero e che ora avranno i tratti di ciò che vale per sempre. La tua eredità, caro Fratello in Cristo, è per me feconda di futuro”.
Il vescovo indica poi che “il nostro vissuto ecclesiale dovrà maturare sempre nell’ascolto di due voci: quella dell’amore misericordioso di Dio, proteso verso le sue creature, e quella dell’umano che, tra le urgenze della vita, diviene invocazione”. “Guardiamo con fiducia e speranza il tempo e le condizioni che Dio Provvidente dispone per noi”, l’esortazione di mons. Piazza, secondo cui “siamo chiamati a costruire, nello Spirito di Cristo, il vivere in comunione attraverso la specificità di ognuno e nella composizione armonica delle differenze e nel ridurre le distanze”. “Ciascuno – aggiunge –, nella diversità di carismi, ruoli e funzioni, si senta chiamato a dare una risposta, personale e creativa, disponendo il cuore a rendere evidente la gioia e la vita nuova del Vangelo: così saremo abili a condividere, con il Risorto, la cura verso l’uomo e il creato”.

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