Tutela minori: mons. Bertomeu Farnos (Ddf), “il trasferimento di ufficio o di luogo non è una misura cautelativa”

Le varie fasi dell’indagine previa, dalla valutazione agli atti formali, alle eventuali misure cautelative, sono state l’oggetto dell’intervento tenuto da mons. Jordi Bertomeu Farnos, officiale del Dicastero per la Dottrina della fede, nel corso della giornata di studi dedicata all’indagine previa, incontro formativo a cura del Servizio nazionale per la tutela dei minori della Cei.
Mons. Bertomeu Farnos, nella sua relazione molto tecnica, ha ripercorso le fasi storiche della normativa dedicata e illustrato le procedure di azione a partire dalla fondamentale fase di valutazione dei casi che determina l’avvio del processo, dopo aver considerato la possibilità e l’opportunità del processo e la scelta di procedere in via amministrativa o giudiziaria.
Con un’accurata disanima, l’officiale del Ddf ha messo in evidenza le complessità del sistema commentando tutti i canoni relativi al tema e ha rimarcato la necessità di conservare con cura gli atti prodotti nel corso dell’indagine, anche quando vi sia stata archiviazione, così che vi sia sempre la possibilità di confrontare gli avvenimenti nel futuro.
La conclusione dell’indagine previa, inoltre, necessita di un decreto, così come l’inizio: atti necessari per ricostruire le cronologia precisa del percorso di indagine.
Infine, mons. Bertomeu Farnos, ha specificato la definizione delle misure cautelative: non sono pene né giudizi, ma proibizioni o limitazioni del ministero, imposte tramite un atto amministrativo per la tutela del bene comune. Una tutela che garantisce in primo luogo la prevenzione dello scandalo nei media, la tutela dei testi e la giustizia. “Dalla prassi del dicastero – ha spiegato – emerge la prassi di evitare il semplice trasferimento d’ufficio o di luogo. Non sono queste le misure cautelative adatte e sicure”.

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