La Commissione europea ha presentato oggi una relazione sugli sviluppi chiave nel settore della migrazione e dell’asilo, facendo il punto sui progressi compiuti nell’ultimo anno con il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo. Il documento identifica le principali sfide future, sottolineando la necessità di “ulteriori progressi verso un sistema di gestione della migrazione responsabile ed equo nell’Ue”. “Dalla guerra della Russia contro l’Ucraina che ha causato il più grande sfollamento forzato di persone in Europa dalla seconda guerra mondiale, alla strumentalizzazione della migrazione per scopi politici da parte del regime bielorusso, attraverso una pandemia e restrizioni di viaggio senza precedenti, il tutto insieme – si legge in una nota diffusa a Bruxelles – a una pressione continua e persino crescente sui tradizionali rotte migratorie: nell’ultimo anno l’Ue ha dovuto affrontare una serie di sfide con importanti ripercussioni sulla migrazione, l’asilo e la gestione delle frontiere”. L’Ue “si è dimostrata in grado di reagire rapidamente, con solidarietà concreta e coordinamento efficace. Tuttavia, questi sviluppi sono stati anche un chiaro promemoria del fatto che sono necessarie riforme strutturali del sistema di asilo e migrazione per preparare l’Ue27 ad affrontare sia le situazioni di crisi che le tendenze a lungo termine”.
La Commissaria per gli affari interni, Ylva Johansson, ha dichiarato: “In vista del prossimo Consiglio giustizia e affari interni, la Commissione presenta questa relazione che evidenzia chiaramente l’urgente necessità di europeizzare la politica migratoria”.
La Commissione ha continuato in questi mesi a monitorare gli sviluppi lungo le principali rotte migratorie. La rotta del Mediterraneo centrale “rimane quella più utilizzata. Quasi tutti gli arrivi sono stati in Italia, con Malta che ha registrato un calo sostanziale”. Gli arrivi irregolari lungo la rotta del Mediterraneo orientale sono raddoppiati rispetto al 2021, “principalmente a causa dell’accresciuta pressione migratoria a Cipro, che attualmente rappresenta circa il 60% degli arrivi lungo la rotta”. Sulla rotta Mediterraneo occidentale/Atlantico, Algeria e Marocco/Sahara occidentale rimangono i principali Paesi di partenza verso la Spagna continentale e le Isole Canarie. Lungo la rotta dei Balcani occidentali, “nei primi otto mesi del 2022 sono stati rilevati oltre 86mila attraversamenti irregolari di frontiera, quasi tre volte di più rispetto al 2021 e più di dieci volte il totale nello stesso periodo del 2019”. La situazione al confine orientale con la Bielorussia “continua a essere stabile, con un numero significativamente inferiore di valichi di frontiera irregolari rispetto al culmine della crisi della strumentalizzazione nel 2021”.