“Tante volte quello che si dice in un programma, alla televisione, ci fa andare da quella parte senza libertà: state attenti a quello”. È il monito, a braccio, del Papa, che nella parte finale dell’udienza di oggi ha invitato a braccio ciascuno di noi a chiedersi: “Sono libero o mi lascio andare ai sentimenti del momento, o alle provocazioni del momento?”. “Un aiuto in questo è l’esame di coscienza”, l’indicazione ancora a braccio: “non parlo di quello che facciamo quando andiamo alla Confessione: l’esame generale di coscienza della giornata. Cosa è successo nel mio cuore in questa giornata? Sono passate tante cose, quali traccia hanno lasciato nel mio cuore? Cioè la buona abitudine a rileggere con calma quello che capita nella nostra giornata, imparando a notare nelle valutazioni e nelle scelte ciò a cui diamo più importanza, cosa cerchiamo e perché, e cosa alla fine abbiamo trovato”. “Soprattutto imparando a riconoscere che cosa sazia il mio cuore”, ha raccomandato Francesco: “Perché solo il Signore può darci la conferma di quanto valiamo. Ce lo dice ogni giorno dalla croce: è morto per noi, per mostrarci quanto siamo preziosi ai suoi occhi. Non c’è ostacolo o fallimento che possano impedire il suo tenero abbraccio”. “L’esame di coscienza aiuta tanto”, ha concluso il Papa ancora fuori testo: “perché così vediamo che il nostro cuore non è una strada dove passa tutto e noi non lo sappiamo: vedere cosa mi ha fatto triste gioioso, cosa ho fatto di brutto, vedere il percorso dei sentimenti, del mio cuore durante la giornata. La preghiera e la conoscenza di sé stessi consentono di crescere nella libertà. Sono elementi basilari dell’esistenza cristiana, elementi preziosi per trovare il proprio posto nella vita”.