“Con la pillola abortiva le donne che vivono una gravidanza indesiderata diventeranno invisibili e non sarà possibile ascoltarle e sostenerle. Chiediamo al presidente Bonaccini e all’assessore alla Sanità Donini di non lasciare ancor più sole le donne”. Lo dichiarano la Comunità Papa Giovanni XXIII e FederVita Emilia-Romagna in merito alla decisione della Regione Emilia-Romagna di rendere disponibile la pillola abortiva Ru486 anche nei consultori. “L’uso della pillola abortiva – spiegano le associazioni in una nota – risulta inoltre molto più doloroso per una donna a causa delle prolungate emorragie ed i dolori addominali. Dalle testimonianze raccolte, in assenza di un ricovero ordinario, il momento in cui le donne vedono l’espulsione del feto risulta traumatico”. “La fretta di somministrare la pillola abortiva rischia di far venire meno sia la settimana di riflessione, salvo casi d’urgenza, sia il supporto alle donne”, denunciano Comunità Papa Giovanni XXIII e FederVita Emilia-Romagna, ricordando che si tratta di “due misure a tutela delle donne previste per legge”. “Infine – concludono le associazioni –, da quando si è diffusa la pillola abortiva sono calate le richieste d’aiuto: occorre invece garantire alle donne l’ascolto, la condivisione delle incertezze di una gravidanza imprevista e l’eventuale supporto”.