“La giornata sarà un’occasione per ringraziare chi ha lavorato per la affrontare la pandemia nelle emergenze che ha innescato da diversi punti di vista”. A dirlo al Sir, in occasione della festa di San Francesco, è fra Giulio Cesareo, OfmConv, direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro convento di Assisi e della Casa editrice francescana. Un’edizione, quella di quest’anno, dal forte valore simbolico. “Per l’offerta dell’olio presso la Tomba di San Francesco – spiega fra Giulio – non è stata coinvolta una singola Regione, ma tutta l’Italia, in particolare la Conferenza Episcopale Italiana, al fine di promuovere una partecipazione che si faccia gesto di gratitudine per quanti si sono prodigati nel far fronte alla pandemia: istituzioni civili e militari, operatori sanitari, famiglie, mondo del volontariato e della scuola, realtà caritative ed ecclesiali”. Inoltre, durante la Messa di oggi, 4 ottobre, vi sarà preghiera speciale per l’Italia e per la pace.
Di particolare rilievo anche la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il 4 ottobre accenderà la “Lampada votiva dei comuni d’Italia” a nome “di tutto il popolo italiano nella Basilica di San Francesco in Assisi, da dove successivamente rivolgerà un messaggio al Paese”. Un momento che servirà per conciliare le differenze che sono presenti nel nostro Paese, ha ricordato fra Giulio. Differenze che possono e devono diventare un arricchimento e non un ostacolo alla convivenza.
Come Paese, ha proseguito il direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro convento, “non abbiamo ancora dato ‘un senso’ alla pandemia. È stata giustamente affrontata e gestita come un’emergenza da superare, con la speranza di poter tornare indietro ai momenti subito precedenti che, con tutte le difficoltà del caso, oggi ci sembrano un periodo positivo e buono. Però manca una lettura a livello macro su cosa è diventata l’Italia dopo la pandemia. La festa vuole essere l’occasione, oltre per ringraziare chi ha aiutato e affidare chi è mancato, di rileggere l’emergenza. È stata solo un male o anche una palestra? Abbiamo avuto l’opportunità di riscoprire cose dimenticate? Un po’ quello che ha chiesto e ci ha chiesto il Papa il 26 marzo 2020 nella sua preghiera in una piazza San Pietro deserta”. Richiamando sempre le parole del Papa, questa volta al movimento “The Economy of Francesco”, Cesareo ha ricordato l’importanza della figura di San Francesco, non inteso come il “santo da cartolina” e il “povero amante degli animali”, ma “come una miniera di idee e ispirazioni attuali anche in questo tempo”. La povertà, le ingiustizie comprese la recente guerra e le fragilità stanno diventando la cifra di molte persone in questo mondo e chiedono delle risposte. Risposte che possono arrivare tenendo conto di San Francesco, un uomo davvero moderno. Possiamo imparare da lui a metterci accanto a chi è marginale per trovare le soluzioni ai problemi profondi del nostro tempo. Se in casa ho una perdita in bagno – ha concluso fra Cesareo – è impossibile pensare di aggiustarla rimanendo seduto in cucina”.