“Le religioni – tutte – hanno responsabilità nella costruzione della pace. Scavano fossati quando legittimano la violenza e il sopruso, se giustificano comportamenti di morte. Diventano straordinari vettori di riconciliazione e di crescita quando professano con determinazione lo spirito del dialogo e dell’accoglienza, quando riconoscono l’umanità nell’uomo, in ogni persona, anche in quelle di altri fedi. Abbiamo bisogno dello spirito di Assisi; e che si propaghi! Pace, libertà, giustizia, democrazia si difendono con strumenti di pace, di libertà, di giustizia, di democrazia. I mezzi sono parte dei fini; e devono essere con essi coerenti”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio alla Nazione pronunciato ad Assisi, in occasione della festa di San Francesco di Assisi, patrono d’Italia.
Il Capo dello Stato ha evidenziato che “il magistero di Francesco d’Assisi ha un preminente valore religioso, che le istituzioni della democrazia hanno il dovere di rispettare”. “Contiene, tuttavia, anche un messaggio che al di là della fede interroga ciascuno”, ha proseguito, osservando che “Francesco attribuiva maggiore importanza alla coerenza dei comportamenti piuttosto che alle parole che li descrivono e li interpretano. Il Vangelo sine glossa di Francesco ne costituisce un esempio. La sua vita, la sua Regola ne sono state ulteriori illuminanti dimostrazioni. Più che le parole i comportamenti parlano; e la coerenza è la modalità, la condizione per dialogare in modo autentico”.
Mattarella ha concluso ricordando che “ci avviciniamo all’ottocentesimo anniversario della morte di Francesco d’Assisi”. “A lui – ha evidenziato – guardiamo come a uno dei padri della nostra civiltà, come a un visionario che plasma la realtà, capace di indicare il percorso verso un futuro al quale intendiamo essere fedeli. Un futuro migliore! È questo, oggi, l’augurio da Assisi: per l’Italia e per il mondo”.